La pace sia con te cara briciola! NATALE 2008
Nonna Teresa e nipotino. Teresa assiste da 38 anni il figlio nato malato, sempre a letto, nutrito con sonda. Piangendo mi ha detto: Se è così Dio saprà il perché, sia fatta la sua volontà
La pace sia con te cara briciola!
NATALE 2008
Briciola carissima, la pace del Signore sia con te, in te, attorno a te…
Sono qui davanti a un foglio bianco…con la testa vuota come questo foglio. Chiedo al Signore di illuminarmi, di suggerirmi le parole da scrivere perché sono un analfabeta in cerca del Maestro; scriva Lui le sue parole, perciò ciò che leggi non viene da me, credilo, è grazia di Dio e, insieme a me, ringrazialo.
Briciola preziosa e unica, il cui nome è scritto nel cuore di Dio, ti vedo ogni giorno attraverso l’Ostia che in ogni momento del giorno e della notte dovunque nel mondo, viene elevata a Dio con le parole di Gesù: Questo è il mio corpo, questo è il mio cibo, questo è il mio pane, questo è il mio perdono, questa è la mia croce, questo è il mio amore…fate questo in memoria di me…
Prima lo chiedo a me stessa, poi anche a te che stai leggendo:
Sono io davvero questo corpo, questo cibo, questo pane, questo perdono, questa croce, questo amore? E’ questa la mia e la tua testimonianza nel mondo. Se non viviamo così, è falso chiamarci briciole del pane del Signore.
Un’amica mi ha scritto che dopo l’incontro a Loreto nel luglio scorso, ha sentito dentro di sé il bisogno e la forza di perdonare una persona che oltre ad offenderla, le aveva tolto la stima, ebbene dopo Loreto non solo l’ha perdonata, ma le è andata incontro, l’ha abbracciata…e la pace è tornata nel suo cuore. Quella che prima era una croce, un tormento, una lotta con se stessa, si è trasformata in grazia.
Ognuna di noi, quando è invitata dal Sacerdote durante la Messa, a dare la pace del Signore porgendo la mano, si sente davvero in pace con tutti quando dice: la pace sia con te? – intendendo in quel “te” anche le persone che non vuol perdonare e tanto meno amare? Se hai nel cuore rancore verso qualcuno, se hai tolto il saluto, se non sei disposto a perdonare…come fai a dare la mano e augurare la pace?
Allora la comunione, non è più vera comunione, diventa condanna, l’ha detto San Paolo. Scrivo questo perché tanti – io per prima – fanno fatica ad essere, con la vita, testimoni di pace attraverso il perdono, la riconciliazione e l’accoglienza.
Circa quarant’anni fa tenevo nel mio cassetto alcune lettere con offese e calunnie scritte da una persona a me tanto cara, l’avevo perdonata, ma quelle lettere erano sempre lì nel cassetto. Un giorno le avevo mostrate all’amico sacerdote che mi era venuto a trovare, per fargli conoscere il perché della mia sofferenza, pur avendo perdonato. Lui non le lesse, anzi mi disse: “Fino a quando conservi queste lettere non hai perdonato davvero”. Ubbidii, le distrussi subito con un po’ di fatica, ma da quel momento quel ricordo da amaro che era, si trasformò in amore e amicizia vera e ogni volta che ci penso mi dà serenità e pace.
Quante famiglie divise conosciamo…non sta a nessuna di noi giudicare. Ma ci sono separazioni vissute senza rancori e odi; l’odio è un veleno sottile che uccide a poco a poco la vita, anche se si è in piena salute. Quanti genitori mi scrivono le loro tragedie, divisioni…dispetti…vendette, ma senza odio, anzi, tanti pregano e offrono la loro sofferenza per il ritorno e la conversione dei loro cari…
Niente turba la pace di coloro che seguono il Signore. Si soffre sì, ma con la pace nel cuore.
E’ Natale, porta il tuo regalo a Gesù
Pasquale gli ha portato la sua vita vissuta per gli altri
portagli il tuo amore e la tua compassione
portagli il tuo dolore e la tua speranza,
portagli i tuoi peccati e la tua preghiera,
portagli le tue mani vuote…le tue paure,
portagli il tuo buio perché Lui lo illumini,
portagli il perdono a quella persona che non vuoi perdonare…Gesù ti perdona sempre e perdona anche lei, perché non tu?
Portagli i tuoi sorrisi, anche quando avresti voglia di piangere,
portagli i tuoi gesti di pace verso chi ritieni tuo nemico,
portagli l’invito in casa tua di persone che, forse durante l’anno hai involontariamente offeso.
Fai pace,
portagli la tua croce così pesante, così piena di mistero, così bagnata di lacrime…Lui la porta con te e ti consolerà,
portagli la tua povertà, le umiliazioni che ricevi – Lui le conosce bene…
portagli i tuoi desideri, i tuoi propositi,
portagli l’accoglienza ai poveri, ai senza casa, ai vecchi, ai malati, agli stranieri,
portagli le anime che hai incontrato, ma che ancora non hanno ancora incontrato Lui: affidagliele,
portagli quello che Lui aspetta da te da sempre, e tu sai cosa… ma indugi, hai paura…
bùttati, cadi in mani sicure…
portagli la tua vita, il tuo tempo, tutto è suo dono, digli: fa di me quello che vuoi,
portagli tutto e riceverai il TUTTO.
Lasciati riempire della sua tenerezza, della sua misericordia, della sua luce, del suo amore e potrai dire con S. Paolo: Non sono io che vivo, ma è Cristo che vive in me.
Portiamo questi doni ogni giorno, e allora ogni giorno sarà Natale!
Come fa Angela mamma di Francesca, giovanissima, malata di leucemia acuta. Il 15 agosto 2008 mi ha scritto: ”non è un buon periodo, le analisi di Francesca vanno in discesa, ma MARIA provvede anche per lei. Io sono stanca più mentalmente che fisicamente; tutti organizzano un periodo di riposo, io sono qui oggi con mio suocero da accudire e di riposo non se ne parla, ma Dio vuole così e sia gloria a Lui. Dio non va in vacanza e i malati nemmeno. Per me oggi è la giornata con MARIA ai piedi della croce ma guardo in alto, alla sua Assunzione, lei sola sa e può provvedere per tutti dandoci un po’ della sua fiducia e del suo coraggio”.
Penso che è molto più faticoso stare vicino ed essere di sostegno a persone deboli, incapaci di gestirsi, ad altre malate e sfiduciate, ad altre che passano improvvisamente dal benessere alla povertà assoluta, altre ancora che vivono in solitudine la loro vecchiaia, spesso abbandonate anche dai familiari, collocate nelle così-dette case di riposo… penso che costa di più donarsi ogni
Penso che è molto più faticoso stare vicino ed essere di sostegno a persone deboli, incapaci di gestirsi, ad altre malate e sfiduciate, ad altre che passano improvvisamente dal benessere alla povertà assoluta, altre ancora che vivono in solitudine la loro vecchiaia, spesso abbandonate anche dai familiari, collocate nelle così-dette case di riposo…
Penso che costa di più donarsi ogni giorno a loro, ai vicini di casa, di parrocchia, di quartiere, che andare in Africa… o in qualche ente pubblico o privato a donare qualche ora di servizio… e fare volontariato organizzato.
Buona cosa, ma occorre condividere, e la condivisione è cosa ben diversa dall’assistenza programmata, vuol dire essere disposti a vivere sempre un sì quotidiano quando meno ce l’aspettiamo, ma chi dice di sì al fratello trova Dio che dice di sì a lui.
LA ZONA D’OMBRA. Chi soffre in solitudine, è nella zona d’ombra del mondo, ma Gesù predilige quella zona. In quella zona c’è la sua luce. In quella zona, c’è la sua culla, la sua casa, il suo cenacolo, il suo Getsemani, la sua croce, il suo sepolcro, in quella zona c’è soprattutto il suo amore, la sua resurrezione. I santi ci sono passati in quella zona, l’hanno vissuta, alla santità siamo chiamati tutti, l’ha detto Gesù: Siate santi come è santo il Padre mio che è nei cieli. Santità non vuol dire non sbagliare, né peccare, ma rialzarsi, ricominciare sempre, come ha fatto San Pietro, San Paolo e migliaia d’altri.
Nella vita di S. Teresa d’Avila si racconta questo aneddoto. Un giorno, mentre conversava con Gesù Bambino, sentì suonare la campanella della preghiera, allora lasciò Gesù e andò in cappella a pregare, quando tornò lo trovò che l’aspettava. Commentando questo fatto le consorelle chiesero a Bernadette il suo parere, lei riflettè qualche istante poi rispose: “Ah no, io non avrei fatto così, (silenzio imbarazzato e un po’ scandalizzato delle monache) Oh sì, sarei andata subito anch’io alla preghiera al suono della campanella, ma avrei preso con me Gesù Bambino, in fondo non doveva pesare troppo”.
Ecco vorrei che noi tutte, con Gesù nel cuore, aprissimo tutte le porte che bussano alla nostra coscienza, che non lasciassimo nessuno senza risposta, dando sempre la precedenza ai poveri, ai malati, alle persone che soffrono o sono in ansia per i motivi più vari. Anche una persona malata di mente che chiede aiuto, magari in modo strano o prepotente, deve essere ascoltata e avere una risposta, perché in quel momento sta male e, forse, nessuno la capisce, spesso anche in famiglia o nella comunità in cui si trova… In ogni persona c’è il volto di DIO.
Maria è malata di SLA, è tracheotomizzata, nutrita con la Peg, non parla, eppure sorride, parla con gli occhi, sono andata a trovarla nella casa “Abitare il tempo” di Loreto, mi ha fatto cenno di avvicinarmi, mi ha preso la testa fra le mani, quell’abbraccio è stato per me il più bel dono che mi sono portata a casa, il dono dell’abbraccio e del sorriso di Dio. Sono andata che ero stanca, facevo fatica a stare in piedi, sono tornata più forte e con tanta gioia in cuore.Né salute, né ricchezza, né piaceri possono assicurarmi la gioia che ho ricevuto da Maria.
Il Natale ci ricorda che Cristo è in cerca di anime che vivano con Lui in quella zona d’ombra, senza elogi, né ricompense o medaglie – e anch’io – nel posto in cui il Signore mi ha chiamata, cerco anime che desiderino stare in queste zone d’ombra, dove mi ci sono trovata a causa della malattia. Se non mi fossi ammalata, le briciole non sarebbero mai nate. Nella malattia ho scoperto il valore del tempo, della vita, dell’amicizia, dello stare insieme nonostante le distanze, da sola non avrei potuto far niente, anche Madre Teresa, Ernesto Olivero, Don Benzi…da soli non avrebbero realizzato niente, ma hanno trovato anime che, attraverso loro, hanno detto di sì a Dio e ai suoi figli. Anche le briciole sono un progetto di Dio, una sua chiamata: grazie carissime per i vostri sì, ve lo dico ogni giorno, credetemi, con la preghiera e l’offerta quotidiana.
“Sposterete anche le montagne, se avrete fede”. Noi le spostiamo con l’amore, l’amicizia e con i mezzi che la tecnologia ci offre: posta, telefono, incontri, internet… Le scelte di Dio sono sempre imprevedibili e impensabili, in opposta tendenza a quelle degli uomini i quali, quando hanno da realizzare qualcosa di importante, cercano persone capaci, preparate…Dio no, Lui cerca gli inutili per la terra perché non producono, quelli che il mondo mette all’angolo di ogni strada e, con essi, costruisce cattedrali. Ma occorre credergli e fidarsi. Se ci misuriamo con le nostre forze, capacità, preparazione culturale o altro, Dio si ritira, non siamo terra adatta alla sua “creazione”: dal nulla ha creato tutte le cose.
Umiltà e fede, sono la terra buona, quella che ha trovato nelle persone di Galilea quando gli chiedevano aiuto. Allora avveniva il miracolo e avviene anche oggi, se ci sono le stesse disposizioni. Vorrei che ogni briciola vivesse così la sua risposta alla chiamata particolare di Dio, prima di tutto in famiglia, poi sempre, nella vita quotidiana; così sarebbe davvero un pezzetto di Gesù per gli altri, un pezzetto di pane, una briciola vera. Cambierebbe se stessa e il mondo.
BUON NATALE ! Scrivimi, se vuoi, sei sempre un dono. Sentimi amica Carla Zic.
P.S. Scusatemi se non sempre rispondo puntualmente, le forze e la resistenza diminuiscono, il male e gli anni crescono, ma vi assicuro che leggo tutto, tutto, anche di notte, e affido ognuna al Signore.
Padre Alfredo
Carissime briciole,
mi ha sempre fatto sorridere vedere, nel tempo di Natale, certi “bambinelli” posti nella mangiatoia nell’atto di dare una benedizione! Mi dicevo: ma come si fa a rappresentare un bambino (seppure il Bambino Gesù) che benedice appena nato?
Ora capisco che questo è un ragionamento da superbo, da “intelligente” e non da piccolo del regno dei cieli. Il Bambino Gesù benedicente è solo un modo semplice ma chiaro di dire che Lui è la grande Benedizione di Dio sul mondo, su ciascun uomo e ciascuna donna. Nello stesso tempo è un modo efficace per dire che ogni uomo, anche il più piccolo, il più povero, il più malato porta con sé una straordinaria benedizione di Dio. Lo sanno tante briciole che ogni giorno si piegano a baciare la mano benedicente di Dio sul volto dei loro cari ammalati e non solo.
Questo Natale vorrei imparare a benedire Dio per tutto ciò che ogni giorno mi dona e a posare le mie mani sui volti, sulle ferite, sulle “anime” per sfiorarle con la consolazione di Dio.
Ciascuno di noi può farlo per la grazia che il Signore gli ha donato. Quando posate una carezza sul volto di un anziano, quando asciugate la bocca di vostra figlia diversamente abile, quando pulite con delicatezza infinita le piaghe di coloro che stanno a letto, quando asciugate le ferite morali e psicologiche di chi è depresso e scoraggiato: è lì che portate la benedizione del Signore.
Ma soprattutto quando liberiamo la memoria dai ricordi che sembrano invocare vendetta, ancora carichi di rancore o semplicemente rimossi in attesa di “soddisfazione”: è lì che siamobenedizione per l’altro. Perché il perdono è la perla preziosa del vangelo. Gesù l’ha incastonata nella sua preghiera, nel Padre nostro, quasi a consegnarci la chiave per lasciar cadere su di noi la benedizione di Dio.
In questo Natale benediciamoci l’un l’altro, come Dio dice bene di noi in ogni momento perché siamo preziosi al suo cuore.
E segnando il nostro corpo con il segno della croce o facendolo sugli altri, chiediamo a Dio, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale in Cristo Gesù, di volgere il suo sguardo sereno e benigno su ciascuno di noi e di darci la grazia di godere un giorno del Volto benedicente di Gesù.
Auguro a tutte le briciole un Santo Natale e Che il Bambino Gesù ci benedica.
p. Alfredo Feretti. Omi
E’ NATALE PER ME,
quando ho un incontro, un incontro con una persona che Amo, un incontro che forse in quel momento non desideravo pienamente, o forse non mi aspettavo, o che invece attendevo da tempo e avverto che la mia vita cambia e provo, tento di disporre il mio cuore ad accogliere il Dono. Ecco allora che mi accorgo che è Natale:
quando gioisco dei doni e dei carismi di mio fratello, senza esserne invidioso;
quando mi abbandono alla Misericordia del Signore di fronte alle tenebre dei miei peccati;
quando piango e condivido in silenzio il dolore del fratello provato dal peso della Croce;
quando incontro gli occhi del bambino musulmano gravemente malato dalla nascita, che mi trasmettono l’Amore del Signore;
quando le persone mi chiedono di parlar loro di Te, Padre, che sei Amore;
quando non ho risposte da dare di fronte alla sofferenza e rimango in silenzio, lasciando parlare Te, Signore della Vita; quando mi meraviglio e rimango a pensare per il dono immenso della vita e della vocazione.
quando incontro Te è’ Natale, Signore Gesù, attraverso il Dono della Santa Madre Chiesa impastata di Briciole che pregano e offrono la Vita anche per me.
GRAZIE di poter condividere con voi la Gioia del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo.
Fra Samuele Casali di Loreto – cappuccino
Vi voglio bene briciole e vi porto nel cuore e nella preghiera.
Vi auguro un Natale di pace e di serenità. E la benedizione del Signore scenda sulle vostre gioie, sulle vostre sofferenze, perché tutta la vostra vita dia gloria a Dio e sia utile ai fedeli.
Don Edelwaiss
DALLE MISSIONI
Carissima, grazie per l’aiuto alla missione. Con i 2000,00 Euro che mi hai dato a nome delle briciole, hai fatto un grande dono per la riparazione delle nostre pompe d’acqua della savana. L’acqua é vita, e l’amore vostro é calore. Il Signore vi benedica e sia sempre nel vostro cuore. Auguri di pace e di amicizia. Riconoscenti con me, tutte le famiglie del Centroafrica. Padre Valentino Cappuccino
Grazie per dono delle briciole! L’assegno che ci hai inviato, di € 2.000,00 lo destineremo, come vuoi tu, all’Arsenale dell’Incontro di Madaba, per cure mediche e medicine, di cui ti invio in allegato alcune notizie.Avere amici come te e i tuoi amici, riempie il cuore di speranza, e mi fa sentire sicuro di far parte di una grande famiglia che è la famiglia di Dio Un abbraccio a tutte le briciole. Ernesto Olivero – Giordania
Il PIME qui in Camerum ha tre Parrocchie con circa 60.000 abitanti con tanti problemi: sanità, mancanza d’acqua potabile, famiglie distrutte, tanti ragazzi di strada. L’offerta delle “briciole” l’ho indirizzata al centro sociale per i “ragazzi di strada. Padre Gheddo– Camerum
Grazie a te alle briciole tutte per quel che fate per i missionari. Dio vi ricompensi. Ringrazio te e le briciole della vostra amicizia e il sostegno per la nostra attività missionaria in Indonesia, rivolta ai ragazzi con handicap. Matteo Rebecchi – Indonesia
Lourdes 2008
Città del Vaticano
Natale 2008
Carla, quest’anno, ci suggerisce di preparare a Gesù, per il Santo Natale, una particolare culla:
la culla del perdono!
Voi non potete immaginare quanto sia bella la culla del perdono:
è il domicilio della pace interiore,
è il segreto della gioia del cuore,
è la terapia di tutte le inquietudini.
IL PERDONO!
Tutti abbiamo qualche briciola di rancore, palese o nascosta.
Trasformiamola in briciola di amore… e avremo lal sorpresa che Gesù nascerà veramente nel nostro cuore. E porterà in dono la pace! Buon Natale a tutte le Briciole!
Card. Angelo Comastri
RICOMINCIA SEMPRE…
NON TI ARRENDERE MAI…
neanche quando la fatica si fa sentire
neanche quando il tuo piede inciampa
neanche quando i tuoi occhi bruciano
neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati
neanche quando la delusione ti avvilisce
neanche quando l’errore ti scoraggia
neanche quando il tradimento ti ferisce
neanche quando il successo ti abbandona
neanche quando l’ingratitudine ti sgomenta
neanche quando l’incomprensione ti circonda
neanche quando la noia ti atterra
neanche quando tutto ha l’aria del niente
neanche quando il peso dei peccati ti schiaccia
INVOCA IL TUO DIO STRINGI I PUGNI,
SORRIDI… E RICOMINCIA
carla.zichetti@alice.it – tel. 010.3778145 – Via Lagustena 146/14 – 16131 GENOVA
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