La fiamma
Del mio 7° pellegrinaggio a Lourdes nel 1976 mi sono portata a casa qualche ricordo registrato e poi trascritto per gli amici – vedi che importanza ha lo scrivere. A distanza di 36 anni, ecco cosa ha detto Don Piero, (morto quest’anno 2012, ma vivo più che mai per quanto ha amato e seminato) assistente spirituale dell’Unitalsi ligure, durante la Messa:
In un mondo che tutti i giorni piange, che tutti i giorni cerca, che tutti i giorni fa fatica, che tutti i giorni rischia di non credere più nel senso della vita, che perde la speranza… se potessimo essere, come una lucetta, una fiaccola, una fiammella che cammina tremolante, perché siamo tutti tremolanti, insicuri… ma se, camminando così tremolanti, gli uomini potessero dire: “Lì c’è il Signore. Se mi avvicino e capisco quel mio fratello, tocco un po’ di Dio forse senza saperlo”.
ESSERE UNA FIAMMELLA che brucia ed essere per i nostri fratelli un pezzetto di Gesù è fatica, forse non ci si riesce senz’altro in quattro e quattr’otto; l’importante è volerlo sempre, senza stancarsi, senza deprimersi, senza darsi delle arie.
Se ci riconoscessimo anche quando ci pestiamo i piedi, anche quando ci facciamo soffrire l’un l’altro, se ci riconoscessimo solo per questo: perché vogliamo essere una cosa sola.
Invece che dividere vogliamo unire, vogliamo essere una fiammella che dice: lì c’è un pezzetto di Dio, lì c’è un po’ di pace, in quell’uomo c’è un po’ di fiducia.
Quante volte abbiamo tradito la fiducia dei nostri fratelli! Una cosa detta, credendo che se la tenesse solo per sé e poi l’hanno saputa tutti quanti; una assicurazione, una promessa, una parola data e tenuta a qualunque costo. Vi rendete conto che questo discorso non va bene solo per quelli che camminano, per chi ha la salute, per chi ha forse la vita facile? Va bene per tutti.
Qualche volta noi diventiamo una forza di unione, una comunione, una Eucarestia per i nostri fratelli, anche soltanto quando diciamo: “Aiutami, perché io non ce la faccio” e con tanta pazienza. Ma lo sapete che serve di più tante volte, accettare la parte di chi riceve sempre, per unire gli uomini, di chi crede invece di dare, perché ha le gambe buone, una intelligenza buona, magari una borsa piena? Non dico questo per incoraggiare, lo sapete bene.
“Io sono più forte di te, sono più bello di te, sono più grande di te, so più cose di te, so più lingue di te, so tutto più di te”. Questa non è Eucarestia. Quell’altra al contrario che parla poco, ma che parla con gli occhi e che dice…perché accetta…“Io – invece – ho bisogno di tutti perché sono debole, perché sono cattivo, perché sono infermo, perché non ce la faccio, perché non mi ricordo niente, perché sono distratto…io sono un poverello”.
Chi è più Eucarestia dei due?
E c’è qualcuno di noi forse che non si sente un poverello? Accettiamoci poverelli e saremo tanto più della gente che, spezzando il pane, che camminando, che movendosi farà riconoscere che c’è un Dio che ci ama; perché noi non siamo degli dei, siamo dei poveretti nei quali è entrato lo Spirito del Signore (perché l’abbiamo lasciato entrare) e abbiamo detto: “Uomini vi vogliamo bene e, se non ci capite, vi vogliamo bene lo stesso”.
L’Eucarestia di questa mattina ci dia questa speranza: che nella nostra povertà possiamo fare così tanto. Questo è il mio augurio perché “insieme col Signore” possiamo essere per gli uomini una fiammella – tremolante – ma una fiammella!
DON PIERO – LOURDES GIUGNO 1976
Sono contenta di poter mandare questa preziosa riflessione di Don Piero proprio nel mese in cui celebriamo la nascita di Gesù, luce del mondo.
Don Piero è stato fiammella fino alla fine dei suoi giorni. Ricordo l’ultima telefonata che gli ho fatto in marzo, perché non potevo andare a trovarlo, mi sentivo male e gli dissi: “Don Piero ho solo voglia di piangere, non so perché, mi sento così da quando sono tornata dall’ospedale”. Lui non mi diede consigli, né fece esortazioni, mi rispose con poche parole: “Carla, piangi, piangi, nella tua condizione e con la tua fede, ogni tua lacrima è preghiera”. Io soggiunsi: “Vorrei venire a trovarti, ma non posso”. E lui: “Non preoccuparti, quando esco di qui (era in casa di riposo e non camminava più) vengo io”. Ecco l’umanità di Don Piero, la fiammella che è stato fino alla fine. Persone così, sono persone di speranza, lucette nella notte, fiammelle che riscaldano anche le anime più gelide…
Quante ne conosco, ognuna è davvero un dono di Dio! Con questa briciola natalizia ringrazio tutte, e a ognuna auguro di continuare così, perché la gioia che cerchiamo sta in questo.
BUON NATALE, INSIEME!!! GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE. CARLA Z.
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