La Fede… e il buffone…
Siamo in estate, una riflessione come questa per alcuni può arrivare come un pugno nello stomaco, per altri invece può essere una seria riflessione sul come vive coerentemente la sua fede o se invece la sua è solo una maschera. Ringrazio Ernesto per questo suo contributo e Vorrei che molti mi rispondessero sulll’argomento, anche questa risposta fa parte della coerenza a quel sì di cui parla Ernesto. Ringrazio anticipatamente chi vorrà scrivere. Buona lettura. Carla
11 luglio 2009 – Buona giornata.
Stamattina presto ho telefonato al vescovo di Lucca Italo Castellani, è stato contento della preghiera che abbiamo regalato nella comunione alla tragedia di Viareggio. È bello sentire un vescovo che risponde direttamente al telefono ed è bello constatare che un cristiano non mette mai ostacoli tra lui e le persone che lo cercano. Ho tanti esempi al riguardo.
Quella sua personale risposta alla mia telefonata mi ha ricordato una cosa: che non dobbiamo mai abituarci a vedere molti di noi che danno la vita, ma dobbiamo avere quotidianamente una preghiera costante per proteggere chi di noi sta dando la propria vita per proteggerlo e difenderlo dalle tentazioni e dal tradimento.
Da sinistra: Ernesto Olivero e Carla a Lourdes nel 2008
Dobbiamo proteggerci reciprocamente nella preghiera perché stiamo dando la vita a Dio e nessuno deve sentirsi solo. Ognuno di noi deve sempre sentirsi in una fraternità dove, se ha bisogno di una mano, la mano c’è, il cuore c’è, il tempo c’è. Dove se qualcuno ha un problema, è un problema di tutti. Nessuno deve trovarsi davanti ad un responsabile oppure ad un compagno, ad una compagna che dice, quasi senza ascoltare o interessarsi :“Non ho tempo”!
Quella risposta potrebbe essere micidiale, potrebbe essere una pugnalata e buttare a terra una persona che poi non avrà più fiducia in nessuno, tanto più in chi dovrebbe essere il testimone vivente della carità cristiana. Cosa c’è di cristiano in chi dice cento rosari, che va a tutte le adorazioni e le Messe, a tutti i pellegrinaggi e poi risponde: “Non ho tempo” ? Come può dirsi cristiano chi non si fa mai trovare quando lo si cerca o lo si chiama al telefono? In Paradiso non possiamo mandare “delegati”, lo dobbiamo raggiungere coi nostri sì e ogni sì è un gradino che ci fa salire. Per testare la nostra coerenza, abbiamo una prova da superare; la chiamo la Prova BUFFONE.
Se qualcuno legge la pagina della Regola di oggi “Amati-amiamo” e una persona dice: “Ma tu sei un buffone, perchè dici queste cose e poi non le vivi”, guai: prova non superata!
Dobbiamo abituarci a dire solo le cose in cui crediamo e allora nessuno, mai, ci potrà prendere per “buffone”; magari potranno anche darci del buffone, ma si sbaglieranno!
Se diciamo che siamo disponibili 24 ore su 24 e quando una persona ci telefona alle 2 di notte, si sente rispondere da una segreteria telefonica, siamo “buffoni”. Questo non deve capitare tra di noi. Per cui se diciamo che siamo disponibili, il nostro telefono sia disponibile davvero 24 ore su 24.
Se diciamo che accogliamo le persone in difficoltà, come diciamo tante volte, vuol anche dire che se una donna ha dei problemi di maternità e vuol far nascere suo figlio, il Sermig l’accoglie subito, senza discussioni. Se un uomo, una donna, un giovane vogliono scappare dal loro paese per motivi di vita, la nostra porta è aperta.
Se ci abituiamo a pensare e a vivere così, possiamo anche fare un incontro come quello di ieri sera con 150 ragazzini: Bellissimo! (E quanti di questi incontri!) Allora i ragazzini, i bambini, accetteranno anche di essere ripresi, corretti, ma devono capire che non si trovano di fronte ad un nostalgico isterico che dice: “Ai miei tempi…”:No, no, i miei tempi sono adesso, sono i loro tempi, i tempi di tutti. Allora i ragazzi, vista la coerenza, capiscono che possono fare delle cose belle!
Il Sermig (e le briciole) deve essere così ed il segreto è: aiutarci reciprocamente.
Se Cristiana dalla Giordania ha bisogno, lei sa che se mi telefona, dopo neanche 24 ore io ci sono; se Lorenzo dal Brasile ha bisogno, sa che immediatamente io ci sono, ma non per fare gruppo chiuso. Ognuno di noi conta, ognuno di noi vale! Allora se uno di noi ha una tristezza, quella tristezza può trasformarsi in una grande possibilità d’amore se trova qualcuno accanto. Ma se resta solo, la tristezza diventa fuga, diventa rabbia, può far cambiare vita e sovente cambiare vita non è la strada giusta.
Quindi il buona giornata è :“AMATI AMIAMO” ! Dobbiamo amarci innanzitutto tra di noi.
Noi non faremo mai un gruppo chiuso, mai una comunità chiusa, ma sempre aperta, amandoci ad uno ad uno, simpatici o non simpatici.
Qualcuno fra noi è un po’ antipatico: magari ha avuto un’infanzia difficile nei rapporti familiari o nell’ambiente diseducativo in cui è cresciuto, è stato testimone di fatti gravi e sente ostilità per il mondo intero; se questa ostilità e antipatia la rivestiamo di saggezza, amore, attenzione, allora diventa per lui una grande opportunità.
Qualcun’altro è molto esuberante: deve calare, perché anche l’esuberanza deve essere moderata, ma per amore, non perché ci sono delle regole rigide dove o ci stai, o fuori!
Davanti a Dio possiamo starci tutti quanti e la fraternità della speranza deve essere sempre più una bella comunità, dove la gente possa dire: “Guardate come si vogliono bene”.
Però, ricordatevi della prova “buffone”, che prima o poi ci arriverà se noi diciamo una cosa senza crederci e non la facciamo.
Ernesto Olivero
N.B.
Ogni giorno sul portale www.giovanipace.org puoi ascoltare il BUONA GIORNATA di Ernesto Olivero.
La briciola di questo mese la regala Ernesto Olivero… mi farebbe piacere ricevere le vostre risposte. Carla
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