Il cero
ACCOGLI SIGNORE
Le gocce cocenti che colano dal cero, sono le mie lacrime, la mia paura, la mia stanchezza.
Quelle gocce, quelle scottanti lacrime sono il pentimento dei miei peccati, tante volte ripetuti.
Per le mani di Maria, raccoglile Gesù e ritornamele col tuo perdono, il tuo abbraccio, il tuo bacio.
E così quella fiammella accesa mi farà sentire la tua presenza, esprimerà la mia speranza nel tuo amore infinito e misericordioso e mi farà capire che, quando verrà l’ora in cui chiuderò gli occhi per sempre, vorrà dire che tornerò a casa: la Tua casa e anche la mia, con Te.
Lourdes 2012 – Carla
Il 2 ottobre 2014 la “fiammella” del cero delle Briciole è stata accesa, come ogni anno, davanti alla grotta di Massabielle.
Insieme a Sandro, Carmela, Tiziana, Giannina, Daniela, Francesco… c’eravamo tutti noi, con le nostre lacrime, paura, stanchezza ma anche, e soprattutto, con la certezza della presenza del Signore nella nostra vita.
Siamo stati lì perché, per usare le parole di Carla “noi L’abbiamo incrociato, incontrato e abbiamo capito che Lui è sulla strada con noi, insieme a Maria”.
Nella valigia per recarsi a Lourdes l’anno scorso, Carla ha messo una infinità di “grazie”, l’anima da purificare, le mancanze di fiducia e di abbandono nei giorni della prova, le debolezze, le cadute, le promesse non mantenute… le testimonianze di vita ricevute per posta o per telefono, i nomi, noti a Dio, di tutti quelli che stanno spendendo la vita per farsi prossimo, fratello, sorella, amico, medico, assistente spirituale, compagno di viaggio di chi fa fatica a camminare da solo, i desideri di chi mette a repentaglio la sua vita per la pace nel mondo e nelle famiglie, il nome (che solo Dio conosce) e il desiderio dei profughi, perché trovino accoglienza, rifugio, libertà.
Ci ha messo tutte le preghiere espresse o non espresse, perché Maria ci dia coraggio, ci prenda per mano, ci stringa fortemente a sé, anche quando siamo stanchi e tentiamo di scappare e ci dia pace, e anche il desiderio che ci venga a prendere Lei, alla fine della vita, per portarci nel regno di Suo Figlio.
Anche quest’anno, il bagaglio colmo è giunto in questo luogo così speciale.
Chi di noi, in passato, non ha affidato a Carla qualche intenzione particolare, un’offerta, una richiesta… Sicuramente ora, dalla casa del Padre, ancor di più, Carla si fa carico dei nostri bisogni e li affida a Maria.
La presenza del cero a Lourdes è un segno importante; rappresenta il desiderio di rinnovare il nostro “Eccomi!” e la preghiera perché ognuno di noi possa essere per gli altri “un cero acceso” che porti luce, sollievo, speranza…
Ciò è assolutamente possibile, ce lo dice Carmela con la sua eloquente testimonianza:
Quest’anno ho ricevuto la grazia e il privilegio di servire la Madonna nell’esperienza credo più toccante che si possa vivere nel pellegrinaggio a Lourdes: il bagno alle piscine.
Che si può riassumere così:
Farsi umili, pronti e disponibili per accogliere, abbracciare, aiutare, accompagnare decine di donne italiane e straniere, giovani e anziane, sane o ammalate nel corpo e nello spirito.
Ho vissuto e rivissuto con ciascuna di loro l’incontro con la Mamma Celeste.
Nello spogliarsi di ogni indumento ho visto lo spogliarsi di tutti i propri idoli, egoismi, peccati per immergersi in un bagno che purifica, libera e guarisce.
Ho visto che la paura, il tremore, le lacrime, l’ansia con cui entravano dopo l’immersione si trasformavano in sorrisi, gioia e benedizioni per chi come me era li ad accompagnare e condividere questo momento forte.
Ho pregato con ciascuna di loro e per ciascuna unendomi alle intenzioni espresse e a quelle rimaste segrete nel cuore.
Ho baciato e accarezzato con ognuna la statuina della Madonna che sta in cima alla vasca e si raggiunge alla fine dell’immersione, le ho aiutate a rivestirsi e le ho abbracciate in un ultimo saluto carico di commozione e di liberazione prima di riconsegnarle vittoriose al mondo esterno, al di là delle tenda che nasconde ogni piscina.
Ho sperimentato che ogni passaggio nella vita se affrontato con l’aiuto dei fratelli nella fede diventa momento di liberazione e sfida che si può vincere se si prega insieme gli uni per gli altri.