E’ la provvidenza…
Non posso fare a meno di trascrivere un fatto (scritto da M. Patriciello) che ho letto su Avvenire. Un fatto che mi ha fatto riflettere sulla possibilità che ognuno di noi ha di potersi fare angelo che arriva al momento giusto, non con gesti clamorosi, non servono, ma con abbracci di misericordia, con il pane condiviso, con parole che donano fiducia e il sorriso che ridà speranza, che fa sentire meno solo chi è sull’orlo della disperazione, della sfiducia o del gesto estremo. Ed ecco il fatto.
“ …..sedute alla stazione, due donne (mamma e figlia), stanno per consumare il panino portato da casa quando si imbattono in due uomini. Così dice la figlia: “L’uomo più anziano, forse colpito dal nostro accento meridionale, ci ha chiesto da dove venissimo. Ho notato che furtivamente mi guardava mentre facevo il segno della croce prima di mangiare. Ha detto di non credere in Dio.
Gli ho risposto che era ancora in tempo per conoscerlo. Intanto l’altro, molto giovane, era rimasto in silenzio, impassibile. Ho raccontato della mia grave malattia (un cancro mi ha colpita alla vigilia del matrimonio, ho lottato e lotto, sembra che sia vinto) e di quanto il Signore ci ama tutti indistintamente. L’anziano allora si è rivolto al giovane esortandolo a non abbattersi. Mi hanno colpito tanto i suoi occhi spenti, tristi, vuoti. Istintivamente gli ho chiesto il motivo di tanto dolore. Con un filo di voce, il ragazzo, mi ha detto che aveva perso la mamma da cinque mesi e che sua sorella, mentre si recava dalla mamma morente, era stata travolta e uccisa da due delinquenti. Era come se, insieme alla mamma e alla sorella, fosse morto anche lui. Gli ho risposto che questo era il tempo della rabbia e del dolore, ma che doveva guardare avanti, aprirsi alla speranza. Ho stretto le sue mani tra le mie”. “Li vorrei uccidere”, ha farfugliato. Non sapevo più cosa dire. Allora ho tirato fuori dalla borsa l’oggetto più caro che avevo, la corona del rosario.Lui l’ha presa e guardandola ha detto: “Non conosco le preghiere”. Non ha importanza, dì soltanto: Signore aiutami….e lui ha risposto “La porterò a mia sorella”. Un leggero sorriso gli ha illuminato il volto. Ci siamo abbracciati. Pochi istanti prima eravamo quattro persone che non si conoscevano nemmeno di nome…
Nella vita si può fare a meno di tante cose, ma mai della speranza. La speranza è indispensabile come il sangue nelle vene. E dona forza ai tuoi pensieri, alle tue azioni, alla tua vita come missione da compiere. L’Angelo arriva sempre, ogni giorno, nel modo più impensato. “Manda, Signore, un angelo sul mio cammino”.
Ne ho incontrati tanti anch’io sul mio cammino. Anni fa, era il 2004, avevo appena cambiato il medico di famiglia, stavo malissimo, ero calata più di 5 Kg, i muscoli erano solo pelle che ricopriva l’osso.La nuova Dott.sa, dopo aver letto gli esami, mi disse: “Lei, prima di essere curata, ha bisogna di essere nutrita”. E tornò, dopo un paio di giorni, per mettermi la flebo. Ma non trovata la vena, allora mi disse: “Chiamo un mio amico anestesista, lui gliela trova senz’altro”. Ritornò con quel medico, (Prof. Franco Henriquet) ma anche lui non la trovò. Volle sapere la mia storia, perché entrambi non la conoscevano. Ero impacciata, avevo poco fiato. In quel momento suonò il campanello, andò ad aprire la Dott.sa e “apparve”, come un angelo venuto all’improvviso dal cielo, non chiamato da nessuno, il mio vecchio medico, Dr. Romagnoli, che abita a Recco. Scoppiai a piangere, non mi sembrava vero, era un miracolo, lui sapeva tutto di me da oltre 40 anni e avrebbe spiegato con parole adatte, la mia storia clinica. Il Prof. Henriquet, quando mi vide piangere per la commozione di quella visita inattesa, disse solo tre parole: “E’ la Provvidenza”. Al termine del loro colloquio telefonarono all’ospedale, fu stabilita la cura, ed oggi sono qui a ringraziare gli angeli arrivati quel giorno.
Penso che molte lettrici e lettori di questa “briciola” avranno da raccontare qualcosa del genere…
Avanti allora, seminiamo speranza, facciamo conoscere questi angeli…Ce ne sono tanti, tanti, tanti… Maria ci aiuti ad essere, come lei, annunciatrici di speranza. Come lo fu alle nozze di Cana.
Con affetto, sperando di leggerci ancora, vostra amica briciola Carla
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