Tu Carla il giorno di natale cosa fai?
Quando ho conosciuto Carla, era giugno c’era caldo ed eravamo a Loreto sotto i portici del palazzo Apostolico, è stato un incontro particolare: io ero lì con il Treno della Grazia organizzato dall’Unitalsi e stavo dando la merenda a Luca ,un bimbo diveramente abile con il quale per diversi anni ho partecipato al pellegrinaggio, e lei si è avvicinata chiedendo se io sapessi chi era lei…. No risposi …qual’è il suo nome?
“Mi chiamo Carla, Carla Zichetti….” L’ho interrotta subito, avevo letto qualcosa scritta da lei , mi era rimasto molto impresso . “Si ora ho capito, le dissi, lei è quella che scrive con il cuore!”.
Ricordo ancora il suo sorriso ed il luccichio dei suoi occhi sotto il cappellino di cotone beige che la riparava dal sole e mentre rovistava dentro ad una borsa di plastica iniziò a raccontarmi dei libretti che da tempo scriveva : “ ne scrivo uno ogni anno , disse, e quest ‘anno ho cercato a lungo una foto adatta per la copertina, una foto che corrispondesse al titolo del librino.” Un secondo dopo mi mosta il libro “ Mettici il cuore e Dio farà miracoli” ed in copertina c’eravamo io e Luca durante la processione Eucaristica in piazza a Loreto… sono rimasta di stucco l’ho guardata, ha sorriso e mi ha detto : “ l’ho scattata lo scorso anno, ti sono venuta a cercare per darti questo libro”.
Da quell’ incontro non ci siamo più perse di vista, lunghe telefonate e lettere hanno scandito il tempo finchè siamo arrivati in prossimità del nostro primo Natale.
In una telefonata di inzio Dicembre le chiesi: “Ma tu Carla a Natale cosa fai?
“ Sto a casa ferma immobile davanti al telefono: non voglio che nessuno chiamandomi non mi trovi…a volte una telefonata ti salva la vita!
Da sicurezza sapere che se chiami qualcuno dall altro capo del telefono risponde…soprattutto in giornate come questa dove a volte non si sa chi chiamare! E dove magari nessun ci chiama.” (I giorni di festa, dove tutti si riuniscono con parenti ed amici, le persone sole sono ancora più sole …chi è in ospedale vede scorrere questi giorni scanditi, come sempre, solo dalle terapie e dai pasti..il personale è ridotto e spesso i parenti sono” in altre faccende affacendati…”)
“ Io sono fortunata ho tante briciole che mi chiamano , mi salutano e si ricordano di me ma molte persone non hanno questo privilegio.”
Già da alcuni anni , prima di incontrare Carla, era capitato che passassi il giorno di Natale o il giorno di Capodanno presso un paio di case di riposo della mia città , lo raccontai a Carla e questa fu la sua risposta:
“Hai fatto bene ad andare, tu non puoi sapere il bene che hai fatto a quelle persone, ed è giusto che tu non lo sappia….a noi il Signore chiede di seminare NON di raccogliere!
Durante i fine settimana trascorsi a Genova ad aiutare Carla a preparare la lettera di Natale (imbustare, affrancare etc) ricordo che lei spulciava dal suo lunghissimo elenco diversi indirizzi poi si metteva alla sua scrivania ed iniziava a scrivere (a mano!).
“ Sai, mi diceva, sto scrivendo un pensiero personale e speciale alle briciole che sò essere le più sole ed in difficoltà a loro voglio che arrivi al più presto il mio abbraccio. Dai la precedenza agli ultimi ,mi diceva, dai sempre la precedenza agli ultimi, non te ne dimenticare mai.”
L’urgenza di Carla per gli ultimi ed i più soli (le briciole appunto, quelle che cadono sotto la tavola…) è quella briciola di attenzione e amore che ieri come oggi chiede a noi verso i nostri fratelli , specialmente quelli a noi più vicini e magari che non ci stanno proprio tanto simpatici.
Farsi prossimo per il prossimo…. spendere il proprio tempo (non quello che abbiamo in più), condividere quello che abbiamo con gli altri (non il superfluo per noi), asciugare una lacrima, condividere un sorriso, riaccendere una fiammella di speranza, far sentire che non si è soli ma c’è un amico che ti pensa e ti parla, questo per Carla è Natale.
Ricordo con quanto ardore mi ripeteva ogni Natale: “Ogni giorno deve essere Natale…non solo il 25 Dicembre!..”
Nel giorno di Natale quando dopo le dieci di sera ( x non occupare il suo telefono) la chiamavo per chiacchierare un po’, mi raccontava le telefonate che aveva ricevuto (la sua voce era stanca ma felice) e mai ci siam salutate dicendoci BUON NATALE………… ho sempre apprezzato molto questa cosa, anche in questo Carla era una donna non convenzionale ma pratica e decisamente concreta …. ha sempre vissuto e fatto vivere un BUON NATALE a chi l’ha cercata e trovata…e questo per lei era importante!
Uniamoci tutti alla preghiera di Carla, che ci porta sempre nel suo cuore, scritta la vigiglia dell’Immacolata Concezione – a mano come amava fare-( tratto dal suo diario del 07-12-2011)
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