Dalla carrozzella un sorriso che inchioda…
Non vi sembri strano, ma anch’io ho la mia “cassaforte” alla quale faccio ricorso ogni volta che mi trovo a “secco” di energia o che mi sento stanca, triste, sfiduciata. E’ una cassaforte speciale, senza lucchetti, senza combinazioni speciali per aprirla, senza sportelli blindati.la materia prima della mia cassaforte è il cartone, sì perché è una vecchia scatola da scarpe verde come la speranza, ben conservata, sempre piena di lettere, cartoline, biglietti, che aspettano risposta in Essa “pesco” le “perle” di cui parlo qui sotto.
Quando ci si affida a Dio, le cose funzionano. provare per credere. Allora l’aiuto che ricevo dagli scritti tanto semplici e ricchi di sapienza che mi arrivano, lo riverso sugli altri; sono loro che mi forniscono la materia prima per poter continuare a distribuire speranza, conforto, fiducia.
Anche oggi, pesco nella mia cassaforte.
Barbara 18 anni – Lourdes 2009
CLARA della provincia di Perugina – 1995
Mi scrive “Il 30 dicembre prossimo mi ricovero a Bologna per la terza cobaltoterapia (sono 11 anni che lotto col cancro e ora ho una matastasi ossea) ma il Signore è stupendo, mi ha sempre aiutata. Sto camminando piano, piano verso Lui, tenendomi per mano a fra’ Michele, siamo missionari vicinissimi, anche se lui è in Benin. Credo nella comunione dei santi. Ti scrivo fra letto e carrozzella, la metastasi mi ha ridotta così. Ho 3 figli, una cerebroleso e uno di colore, con un po’ di problemi. Ma il Signore mi ha regalato la gioia dell’AMORE!.
MARIAROSA da Castellana
“Ho una nipote di 28 anni in carrozzella, sorride e basta così, ma è la gioia dei suoi genitori, è il loro tesoro. Invio una “briciola” per i bimbi senza genitori “.
MARIA della provincia di Lecce
“…da una parte c’è la mamma anziana, ormai senza forze con la quale vivo sola, lei non può più accudirmi; dall’altra ci sono io che ho bisogno di essere alzata, messa in carrozzella per poi, alla sera, dopo una giornata di immobilità, essere rimessa a letto. Per questo viene una donna a pagamento ad aiutarci. Non era mia intenzione mettermi a scrivere con tanta fatica i miei guai, ciò che ti voglio dire è che tutte queste vicissitudini, non solo fanno parte della mia vita, ma SONO LA MIA VITA questa vita che io amo, poiché mi è data come vocazione di amore.
Carla, le mie BRICIOLE sono tutte e “solo” spirituali, sono briciole mescolate al sangue di Gesù e le offro perché diventino dono per tutti i fratelli, specialmente per quelli che non hanno ancora conosciuto e goduto l’AMORE DI DIO”.
Barbara 18 anni – Lourdes 2009
VITTORIA in ospizio da quando aveva 6 anni
Non ho che mille lire di briciole, ma è tutto quello che posso offrire per i più poveri di me.
La mia casa è l’ospizio ove sono ospite da quando avevo 6 anni, ora ne ho 80. I sacrifici sono sempre stati tanti, il Signore lo sa. Ma c’è chi non ha nemmeno una casa, non ha chi lo cura, non ha chi l’ama o che sa che esiste. Allora la mia casa mi sembra una reggia. “Signore aiuta tutti!”. Non ho che questa offerta per loro, ma prego, prego tanto per quelli che possono aiutarli e quando mi viene da lamentarmi, non mi lamento e dico: “Grazie Gesù, aiuta loro”.
Questi, e migliaia d’altri, sono i tesori, le “perle” nascoste nelle nostre case, o in ospizi per anziani o malati cronici, e altri ancora in stato vegetativo (ma non siamo piante, abbiamo un’anima-riflesso di Dio) nelle loro case, assistiti da genitori e volontari che sanno che quei corpi sono vivi.eppure queste “perle” dal loro luogo sconosciuto e pieno solo di silenzio, ci “folgorano” con la parola che non dicono. Parlano, anzi gridano a loro modo e ci fanno riflettere.
Quante volte diciamo “non posso” e questo è un insulto all’invito di Dio. Vogliamo riconoscerlo in chiunque ha bisogno? Ma se abbiamo gli occhi bendati dall’orgoglio, dal pregiudizio, dal dare valore solo alla vita attiva, efficiente, produttiva, non lo riconosceremo mai.
C’è gente che ha casa, lavoro, salute, libertà di scegliere, di muoversi, da andare, di stare, di vestirsi, di mangiare e bere quando vuole.e si lamenta e maledice la vita, perché?
È gente con gli occhi bendati.
Siamo in Quaresima. Per poter far Pasqua con Cristo Risorto, occorre togliere le bende dai nostri occhi perché essi possano esprimere e riflettere la misericordia, la mitezza, l’umiltà e l’accoglienza che Lui ci ha insegnato.
Non è vero che la vita è “brutta” come dicono tanti, anche cristiani; la vita è “bella” non lo dico io, ma le persone che vi ho fatto conoscere, e ne conosco centinaia e centinaia.
E se lo dicono loro, perché non possiamo dirlo anche noi? Un perché c’è.cerchiamolo e faremo PASQUA INSIEME.
Finisco questa “briciola mensile” con una preghiera che scrissi anni fa, proprio per Pasqua!
È RISORTO, NON È QUI
Dove sei Signore? Rivelati anche a me. Ti cerco ma non ti trovo.
Sono dove tu non vuoi andare, dove tu non vuoi sentire,
dove tu non vuoi perdonare.
Non mi trovi perché cerchi solo te, la tua stima, le tue sicurezze,
soddisfazioni e ricompense.
Mi troverai solo quando ti deciderai a non pensare a te ma a me,
che sono nel posto dove ti ho salvato, sulla croce.
Lì troverai me, la mia misericordia, il mio perdono,
la mia e la tua risurrezione.
Ti aspetto e sarai beato!
BUONA PASQUA 2009
Carla Zichetti
No Comments