Briciola di Gennaio 2020
Giuseppina e la Fede
Giuseppina nasce nel 1928 ed è l’ultima di dieci figli. La sua famiglia è modesta, ma unita e ben salda nei valori cristiani. E’ una famiglia tipica dell’Italia meridionale di quegli anni in cui il papà lavora nei campi e la mamma accudisce la numerosa famiglia.
Quando Giuseppina è bambina, i suoi genitori sono avanti negli anni e le sue sorelle sono già sposate, pertanto lei cresce insieme ai figli delle sue sorelle. Non le piace andare a scuola e preferisce il gioco, ma nessuno le sta dietro per consigliarle di proseguire gli studi.
E’ di carattere allegro e spensierato e spesso combina qualche marachella per poi scappare contenta perché il papà non può correrle dietro!
Quando scoppia la guerra, Giuseppina è adolescente e patirà la fame.
Nel dopoguerra, all’età di 19 anni si sposa. Non è mai uscita di casa fino a quel momento, non ha alcuna esperienza e soprattutto non ha la più pallida idea di come è la vita fuori tra la gente!
Il marito ha più anni di lei, è stato in guerra e deve insegnarle tutto, persino a cucinare!
Fino a questo punto della sua esistenza, Giuseppina ha sempre osservato la pratica religiosa seguendo l’esempio della sua famiglia. Sua madre pregava al mattino, il mercoledì lo dedicava alla Madonna, la sera recitava il Rosario con la famiglia riunita e anche suo padre raccontava storie, ma che, lo capirà in seguito, erano tratte da episodi del Vangelo.
La svolta verso una fede di convinzione e consapevole avviene quando a Giuseppina muore la prima figlia a circa tre anni di età! Prima della disgrazia era felice perché le sembrava di avere tutto e col denaro credeva di poter risolvere qualsiasi problema! Ora invece è disorientata, persa!
Sono crollate tutte le sue certezze!
La scossa della ripresa arriva da sua madre: lei aveva perso ben sei figli maschi e non si era mai disperata perché aveva fatto la volontà del Signore!
E’ in questo modo che Giuseppina giunge ad accettare tale difficile prova!
Ora comprende che la bimba non le apparteneva: il Signore gliel’ aveva data e il Signore l’aveva richiamata a Sè!
E’ così iniziato il percorso di una fede che si sta radicando e va maturando.
Passano gli anni e, quando gli impegni della famiglia lo consentono, frequenta le attività della parrocchia, i gruppi di preghiera. Vuole sempre imparare e approfondire la parola di Dio.
La sua fede, pur rimanendo semplice, è autentica tanto che ad un certo punto sente di voler condividere la gioia del Risorto che ha dentro di sé e, la Giuseppina un tempo timida e schiva, decide di andare ad incontrare le persone sole e le persone malate. Con parole di conforto e un po’ di buonumore le incoraggia, dicendo che Dio è sempre accanto ai suoi figli e non li abbandona mai!
Oggi Giuseppina è vicina ai 92 anni. La sua mente vacilla, ma la sua fede è rimasta salda.
La sera conclude le sue preghiere dicendo: “Signore, io sono pronta! Quando vuoi, vieni a prendermi!”
La figlia
Maria Addolorata Lillo (Mariella)
Perché la storia della Briciola Giuseppina è divenuta la “briciola” di gennaio???
Perché proprio nel momento della prova Giuseppina ha deciso di fidarsi di Dio e questo vuole essere l’augurio rivolto a tutti per questo nuovo anno…
Augurio in perfetta sintonia con il pensiero di Carla che, pur nella continua sofferenza, ha fatto della sua vita una lode perenne.
Così scriveva Carla il 31 dicembre 1973 (Tratto da “Ho spiato l’Aurora”):
Grazie Signore delle grazie che mi hai concesso, delle gioie che hanno illuminato la mia vita, delle tribolazioni che mi hanno avvicinato a Te, degli amici che ho incontrato, delle sofferenze che ho patito e che mi hanno purificata, spero.
Donami il Tuo perdono, Signore, la Tua pace, la tua gioia.
Fammi seminatrice di gioia, testimone della tua Parola, del tuo amore.
Fa’ che nella sofferenza non mi disperi, che nella gioia non mi esalti e che accetti sempre dalle Tue mani ogni evento lieto o triste!!
Ripetiamo spesso: “Grazie! Sì”
Anche quando non capiamo il perché di certe prove, anche quando non siamo capiti o addirittura offesi, calunniati. E’ difficile dire “Grazie! Sì” in certe situazioni, ma è l’unico modo per non sentirci soli nella prova; con noi c’è Gesù, c’è Maria.