Briciola di Febbraio 2021
LETTERA AD ANTONIO.[1]
Caro Antonio,
grazie per la spedizione dei libri[2] per mezzo dei quali farò conoscere la figura della nostra cara Carla, amica, “briciola” e “Mamma” di tutte noi che facciamo parte della “sua famiglia” e che vogliamo imitare il suo esempio e insegnamento, specialmente il suo carisma di ascolto e consolazione. Ci ha trasmesso il suo amore a Dio nella preghiera e nella sofferenza con il suo “Eccomi” e l’amore ai fratelli in difficoltà condividendo ogni tipo di fatica e dolore, sostenendoli anche concretamente.
“Che gioia poter dare e essere utili” (Carla Z.)
GRAZIE Carla per l’Associazione “Briciole di speranza” e ringrazio tutti voi che continuate a tener viva la sua memoria attraverso i libri e le testimonianze ma soprattutto seguendo il suo esempio nell’apprezzare e vivere la semplicità dei ‘piccoli’, la sua Fede salda e autentica, il suo amore (ama il prossimo tuo come te stesso) in particolare per i malati, le persone sole, i sacerdoti, la sua disponibilità incondizionata, anche nei momenti di grande sofferenza. E’ stato un grande dono aver conosciuto Carla ed essere stata sua amica e sorella spirituale, sempre in sintonia, con il suo modo di dire e di essere. La chiamavo “la segretaria di Dio”, io che invece ero solo una segretaria d’ufficio. Ma ci capivamo, ci volevamo bene condividendo pensieri e sentimenti.
Ho una bella foto di Carla nella mia cucina, la guardo spesso e sorrido anche io perché la penso nella beatitudine del cielo insieme ai santi “della porta accanto” e a tutte le briciole in Paradiso, non più sola ma in buona compagnia, in contemplazione del Volto di Gesù e di Maria, la dolce Mamma. Quando prego il Rosario in diretta dalla Grotta di Lourdes la sento vicina e dico: “Dai Carla preghiamo insieme ‘con me e per me’, con tutte le briciole in cielo e sulla terra!”
Questa per me è la “Comunione dei santi”: non sono sola a pregare ma tutta la Chiesa unita e tante Ave Maria moltiplicate (non solo le mie) diventano un fascio di rose che fanno contenta la Mamma. Lei le presenta a Gesù, l’Altissimo Suo Figlio e nostro Signore, e intercede per noi in questo tempo grave di pandemia. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace agli uomini amati dal Signore.
Desidero condividere la testimonianza di come Carla si è presa cura della mia amica Rita di Arcore.
Avevo informato Carla della grave situazione di Rita che si trovava all’Ospedale S. Martino di Genova, vicino a casa sua, chiedendole di pregare per lei. Carla andava a trovare la Rita, di sera, all’Ospedale S. Martino nei giorni in cui nessun volontario di Arcore poteva essere presente. Rita raccontava a tutti di questa signora gentile che le portava “l’ovetto” quando andava a trovarla e la imboccava. Insieme pregavano. Nessuno sapeva di questa ‘volontaria’ e tutti si chiedevano chi fosse. Dissi che era una mia amica che le faceva visita e compagnia nei giorni in cui nessuno di noi poteva andare a trovarla considerato che il viaggio di andata e ritorno richiedeva la giornata intera. Allora, informandomi con Carla per avere notizie di Rita le chiesi in merito all’ovetto (noi pensavamo all’ovetto di Pasqua). Carla con tanta semplicità mi disse che una signora a lei vicina le portava le uova fresche di giornata così, viste le condizioni di Rita, quando poteva gliene faceva mangiare uno. Tutti ammiravano Rita per la sua serenità: non si lamentava mai nonostante il male; ma la situazione si aggravò e dopo 40 giorni volò in Paradiso, vestita di bianco, cioè fasciata, bendata come Lazzaro uscito dal sepolcro.
Ti racconto, caro Antonio, in breve una piccola testimonianza di questa “briciola”:
Quando andava al lavoro, usava un vecchio motorino, faceva l’operaia e faceva i turni anche di sera, in qualsiasi stagione e tempo (nebbia, pioggia, neve…). Da pensionata girava in bicicletta per tutto il paese a ‘servire’ i malati e gli anziani. Prima della Messa si recava dalla sorella del Parroco che stava in carrozzina a lavarla e vestirla. Questa era la sua preparazione alla S. Messa. Dopo la S. Messa proseguiva il suo ringraziamento nel “prendersi cura” della persona (ricca o povera che il Signore le faceva incontrare), della mamma inferma di un nostro Missionario in Africa, di una ragazza in carrozzina e di una ragazza fortemente disabile per la quale Rita faceva le veci della mamma affidataria, aiutata da altre volontarie. Al sabato frequentava un gruppo di preghiera (R.n.S.) e quando ci incontravamo, facevamo due chiacchiere come amiche ma con grande gioia e lode al Signore e mi confidava: “la preghiera del sabato mi dà forza per continuare il mio servizio in settimana, altrimenti non ce la farei”. Abbiamo fatto tanti pellegrinaggi insieme come dame dell’UNITALSI (anni 1964-1972).
Nella sua semplicità mi confidava: “Mi succede che tutte le notti mi sveglio alle 3 e mi metto a pregare il Rosario; che strano, vuol dire che è il Signore che mi chiama?” … Beata umiltà! Quando si è ustionata (stava bruciando l’ulivo che si distribuisce a Pasqua e per tradizione non si butta via ma si brucia elevando al cielo un profumo e una preghiera) è stata soccorsa e portata con l’elicottero all’Ospedale Niguarda di Milano al reparto dei gravi ustionati e da lì trasportata al S. Martino di Genova. In occasione del suo funerale la Chiesa era piena di fiori rosa (“casualmente” il colore preferito da Rita). C’era tutto il paese dentro e fuori la Chiesa. Mentre andavamo a Genova un’amica disse di avere visto Rita dopo aver appreso della sua morte e io sbigottita chiesi: “Come hai visto Rita, stiamo andando a vederla adesso!” la sua risposta fu: “Ho visto volare una colomba bianca che saliva in cielo”. Pinuccia R.M.
Dal Libro di Carla “Grazie Mamma” – Esempi di condivisione.
Rita di Arcore (MI). Tutte le mattine andava ad aiutare le persone che avevano bisogno di aiuto per alzarsi, le lavava e vestiva e poi andava a fare la spesa per chi non poteva muoversi da casa, infine andava a Messa. Questa era la sua preparazione alla Comunione, il suo dono da portare a Gesù. Un brutto giorno si ustionò gravemente mentre bruciava alcuni rami secchi, una folata di vento la investì e fu ricoverata qui a Genova vicino a casa mia, perché non c’era posto in altri centri. I parrocchiani di Arcore venivano ogni giorno a trovarla e quando non potevano mi telefonavano chiedendomi di andare al loro posto. Conobbi una santa, aveva 64 anni, ma era semplice e innocente come una bambina. Dicevano le infermiere: “Non abbiamo mai incontrato una persona così!” … sapevano quanto soffriva, era tutta una piaga, tranne il viso. Diceva spesso: “Gesù sono pronta, se vuoi, vieni a prendermi”. Il suo funerale fu un trionfo. Ciò che faceva lo faceva con gioia e semplicità, nel segreto senza dirlo a nessuno, solo alla presenza di Dio. Chi si sente amato da Dio non può essere triste.
[1] Antonio Mennonna, componente del Direttivo, si spende generosamente per l’Associazione. Ha curato la pubblicazione dei libri I Semi di Carla – Ho spiato l’aurora – Quando ti ho incontrato. Coordina la stesura della Lettera di Natale e di Pasqua.
[2] Chiunque desidera ricevere libretti di Carla può farne richiesta inviandola presso la sede dell’Associazione: Via Lagustena 146/14 – 16131 GENOVA o via e-mail: bricioledisperanza@alice.it.