Come stai?
COME STAI?
è notte ormai, mi chiama al telefono il Prof. Franco Henriquet, sa che è un periodo difficile per me. Quella domanda, fatta da un medico, a quell’ora inaspettata, quando si sente maggiormente la solitudine e la paura ti tormenta, è già una cura, una dose di coraggio che ti rimette sul giusto binario se stai per perdere la strada; scaccia, come un vento benefico, le nuvole nere che turbano il tuo animo e ti dà il coraggio per andare avanti, per manifestare le tue debolezze, le tue incertezze, le tue paure… sai che sei capita. Franco è un medico che dice: “quando non c’è più niente da fare, c’è ancora tantissimo da fare”, (anche la telefonata) ma anzitutto ascoltare, stare vicino, fare sentire che non sei sola. La solitudine… che brutto male!!!
COME STAI?
Sono due parole magiche che salvano, sono come il salvagente lanciato mentre stai per annegare.
A chi sa dire col cuore, ma soprattutto con la vita, quelle due paroline, bisognerebbe dare il premio Nobel. Tanto è difficile trovare chi, a quelle parole, fa seguire fatti concreti. Perché, purtroppo molto spesso, quel “come stai” è solo una formalità, che quasi mai è seguita da fatti concreti e duraturi che aiutino a vivere. Anche a tu che leggi, forse è capitato di rispondere a qualche amico (ma è amico davvero?) che ti chiede come stai, che stai male, che hai grossi problemi… di famiglia, di figli che non trovano lavoro, di salute, di debiti da pagare, ecc. ma poi, quel tale che credevi amico, non ti richiama più e nemmeno si ferma e si informa – come il “samaritano” – per curarti il corpo malato o l’anima ferita dall’indifferenza, dall’insuccesso, dall’abbandono dei parenti e, spesso, anche dalla superficialità di certi medici, che non si prendono cura di te. Quante volte succede questo!!!
Poi si legge sui giornali che ci sono persone disperate che la fanno finita con la vita in modo tragico.
Oggi, molto spesso, la prima domanda che fanno i medici di famiglia, quando si va nel loro studio o entrano nelle nostre case, non è “come sta”, ma: “Di che cosa ha bisogno?”. Quante volte l’ho sentita anch’io in questi ultimi anni! A quella domanda vorrei rispondere: “Ho bisogno di un etto di prosciutto”, come quando vado dal salumiere, perché è la stessa domanda che mi fa lui.
COME STAI?
E’ una goccia che disseta, è un raggio di luce che illumina la notte, è la mano delicata che asciuga una lacrima… e allora la speranza ritorna. Io ho avuto la fortuna di conoscere più di un medico che si è impegnato non solo a fare la domanda: Come sta? ma anche a dare una risposta. E quando la risposta non c’è? ecco che c’è la condivisione, la partecipazione, l’amicizia vera.
Ero a Bologna, il Prof. Labò era il Direttore della cattedra di gastro-entorologia del S.Orsola, una sera, non essendo riuscito un esame importante fatto dai medici radiologi al mattino, venne in corsia, si sedette sul mio letto (quale medico, oggi, si siede sul letto di un malato?) mi chiese scusa dell’insuccesso del mattino, poi mi promise che il sabato successivo avrebbe richiamato i medici, solo per me, per poter ritentare quel difficile esame.
Il Prof. Henriquet addirittura non va mai in vacanza perché – dice lui ed è vero – i malati non vanno mai in vacanza. Persino il Papa va in vacanza, lui no.
Ricordo il Dr. Romagnoli che per più di 40 anni mi ha seguito e lo fa tuttora, nonostante l’età e la lontananza, attraverso il telefono, quando andava in vacanza, telefonava ai malati più gravi per avere notizie, la preoccupazione per loro lo seguiva anche in vacanza.
SCRIVE ANNA RICE:
La più grande forza creativa di cui disponiamo sulla terra, sia che siamo angeli, spiriti, uomini, donne o bambini, è quella di aiutare gli altri… I poveri, gli affamati, gli oppressi.
Il potere più bello è quello di alleviare il dolore e dare gioia.
Essere caritatevoli: questo è il miracolo umano…
Il tratto distintivo dell’umanità, e dei migliori angeli e spiriti è: essere caritatevoli.
COME STAI?
Ero giù, giù quella sera con la paura della notte che avanzava. Quel “Come stai?” ha rischiarato la notte e riacceso la speranza di farcela una volta di più, nonostante gli anni e la situazione abbastanza seria. Grazie Franco, medico in umanità, è questo il più bel titolo, vale più della laurea.
NON SEI GRANDE PERCHÉ “SAI” MA PERCHÉ “SEI COSÌ”“Quando non c’è più niente da fare, c’è ancora molto da fare” è vero… e si risorge!!!
Con l’augurio che ognuna di noi sia PASUA ogni giorno per l’altro.
BUONA PASQUA 2012
Carla
Grazie a tante briciole che inviano le loro esperienze a volte davvero straordinarie, grazie in particolare ai sacerdoti, parroci e missionari (Giappone, Perù, Africa, Asia) per le loro preghiere, per le loro testimonianze di coraggio e di fede fra difficoltà al di là dell’immaginabile, grazie per il loro incoraggiamento a proseguire nell’invio mensile di questa piccola “briciola”. Grazie a tutti, Carla
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