La grotta e il marsupio
Ognuno di noi è nato dentro. La vita è sbocciata dall’amore di un uomo e una donna ed è maturata al calore di un grembo materno, aggrappata al dono ininterrotto di ogni respiro di madre. Siamo nati dentro una relazione e siamo segnati nell’intimo dal desiderio di amare.
E per tutta la vita qualcosa di irresistibile ci spinge a cercare l’abbraccio nel quale siamo nati, il calore di essere circondati da un’accoglienza senza pregiudizi e quando lo abbiamo trovato ci sembra di aver trovato casa.
E’ per questo che quando arrivo a Lourdes non vedo l’ora di rannicchiarmi in quella Grotta di Massabielle, spaccatura nella terra, apertura senza barriere della Madre terra che attende i suoi figli.
Ho sempre la tentazione di guardarmi dentro, di vedere la mia pochezza, il fatto che non sono innocente, ma mi sento preceduto: Qualcuno mi stava già aspettando.
“Per noi pellegrini di Lourdes la Grotta si apre come abbraccio materno che ti racchiude in sé senza aspettare la tua conversione; anzi ti viene incontro nel momento stesso in cui ti sei diretto verso di lei e ti sei accorto di non aver perso totalmente, malgrado i tuoi peccati, la tua dignità di figlio.
E’ l’immagine del volto benedicente del Padre che non si è mai stancato di aspettarti, che non ti ha mai considerato morto, che non ti ha mai ripudiato come Figlio, ma che si è caricato della tua cecità che ti impediva di vedere l’amore, è disceso fin nelle profondità più oscure del tuo cuore e, nella grotta dell’intimo della tua coscienza, ha fatto riaffiorare, quasi come un mormorio leggero e insistente, la parola Figlio. L’abbraccio tra la nostra povertà e la sua grandezza fa di questo luogo il tuo cielo”.
Qualche giorno fa, mi ero appoggiato a quella roccia, quasi a nascondermi dentro gli anfratti e le pieghe della terra mentre lasciavo scorrere i pensieri, i turbamenti, i volti e le lacrime. Quasi non mi accorgevo della gente assetata di toccare l’Invisibile che mi passava accanto.
La sera ormai lasciava intravvedere le ombre del mondo lontano; solo la Grotta brillava di luce umida della preghiera dei semplici, fatta cero acceso e confidente.
Ero quasi nascosto sotto quell’apertura dalla quale Bernadette vedeva scendere Maria e parlarle “come una persona parla ad un’altra persona” quando, tra i pellegrini che mi sfilavano accanto, vedo una giovane mamma che, con un gesto dolcissimo, sfiorava la roccia. Aveva sul suo petto un marsupio con dentro la sua creatura. Una scena tante volte vista e accarezzata.
Eppure, quella sera, c’era una parola nascosta dietro quell’immagine.
La mamma guardava implorante la Grotta e sussurrava preghiere, mentre il bambino, nel marsupio, aveva gli occhi spalancati e fissi negli occhi della madre.
Era bellissimo. Non staccava lo sguardo da quel volto. Non importava niente altro.
Quasi un tutt’uno con la madre, con il suo calore, la sua sicurezza. Guardava attraverso gli occhi e i palpiti del cuore della madre
Quegli occhioni spalancati mi hanno aperto l’anima.
“Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, così è l’anima mia”.
Dove cercare l’abbraccio se non lì dove da sempre mi attende la maternità di Dio?
“Per tanti di noi che si sono affaticati o che si affaticano a cercare Dio, l’avvenimento di Lourdes sembra suggerirci una domanda: Mi sono reso conto che Dio ha cercato di trovarmi, conoscermi, amarmi? Mi sono mai posto la domanda: Come posso farmi trovare da Lui? Come posso lasciarmi amare da Lui?
Forse dobbiamo smettere di pensare che Dio si nasconda e frapponga ogni sorta di difficoltà perché noi non possiamo trovarlo; anzi Lui mi sta cercando e sono io che mi nascondo.
Se guardo attraverso gli occhi di Dio il mio io di figlio perduto e scopro la gioia di Dio quando torno a casa, allora la mia vita può diventare meno angosciata e più fiduciosa.
Non sarebbe bello aumentare la gioia di Dio lasciandomi trovare e portare a casa da Lui e celebrare con gli angeli il mio ritorno? Non sarebbe meraviglioso far sorridere Dio dandogli la possibilità di trovarmi e amarmi prodigalmente?”.
Siamo nati dentro. E là vogliamo tornare per rinascere. Forse è il caso di lasciarsi mettere nel marsupio e camminare sul cuore di Dio, abbracciati dalla tenerezza di Maria e fidarsi. Duro esercizio per noi sottili ragionatori. Benessere dell’anima per chi si abbandona.
“Vuole farmi la grazia di venire qui?” chiedeva Maria a Bernadette.
Vuoi farmi la grazia di entrare nel “marsupio”?
Forse è tempo di fidarsi e di tornare a casa.
p. Alfredo Feretti OMI
Buona festa dell’Assunta a tutti, ricordiamoci dei nostri cari che sono in cielo con Maria. E, come sempre, grazie ai tanti che scrivono le loro riflessioni, dopo aver letto la briciola del mese. Questo mese chissà quanti hanno da dire o scrivere le loro esperienze dopo un pellegrinaggio a Lourdes, come è cambiata la loro vita. Grazie anticipate da Carla
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