Ecco la storia delle Briciole, inventata da Dio, non da me, e si sa che le “invenzioni” di Dio sono sempre meravigliose. Lo potrete dedurre da quello che leggerete qui di seguito.
Gennaio 1984
Stavo tanto male, ero appena uscita dall’ospedale con una sonda nella pancia attraverso la quale mi nutrivo. Mi sembrava di non poter fare più niente, né scrivere, né confezionare qualche lavoretto a maglia per amici e parenti, né suonare il pianoforte e dare quelle due o tre lezioni settimanali, che con fatica, ma con gioia riuscivo a dare e che mi mettevano in contatto con giovani volonterosi e bravi, la loro presenza illuminava le mie giornate. Pensavo di dover vivere chiudendomi nel “guscio” della mia stanza, sempre più sola. Invece, proprio in quel periodo così buio per me, il Signore stava per manifestarmi la sua volontà, mi dava la sua mano e, quando la mano viene da Lui, è a “tenuta stagna”. Quello che sembrava una disgrazia, si è trasformato in grazia; la fine di tutto, si è trasformata nel principio di tutto; ho voltato pagina. Così, un giorno, presi il piccolo registratore che avevo sul comodino e registrai le riflessioni che negli anni precedenti, avevo scritto in qualche quaderno.
Le audio e Lourdes
Un amico, al quale regalai quella cassetta, che poi intitolai “Lettera a un amico”, mi disse dopo averla ascoltata: “Questa è la tua strada, continua“. Una strada alla quale non avevo mai pensato si era improvvisamente aperta, come una finestra spalancata al sole, un sole che annullava il buio che vivevo in quel periodo. Da quel momento mi lasciai guidare a occhi chiusi nella via che il Signore mi avrebbe indicato, ero sicura di essere nella sua volontà.
Quella cassetta fu regalata a Giovanni Pastorino, fondatore e direttore del periodico trimestrale: IL SEME. Dopo averla ascoltata, Giovanni venne a casa mia, ero a letto, mi chiese se volevo e potevo collaborare volontariamente scrivendo un mio articolo su ogni numero del suo periodico. “Non sono una scrittrice” gli risposi, e lui “basta che tu scriva come parli, vai diritta al cuore”, cosa che faccio ormai dal 1986. In seguito registrai in audio i vari pellegrinaggi a Lourdes, ne facevo decine e decine di copie perchè tutti le volevano come ricordo.
Mons. Comastri lo conobbi attraverso quell’ormai famosa cassetta: Lettera a un amico. Una mia vicina di casa me la chiese per portarla in regalo al Parroco del suo paese (Porto S.Stefano GR) dove andava a passare le vacanze coi suoi genitori. Quel Parroco era Don Angelo Comastri. Lui un giorno mi chiamò al telefono e mi disse: “Parlo con Carla? allora ascolta”. Era la mia voce, le mie parole. Don Angelo chiuse il registratore e continuò: “Oggi ho fatto la riunione dell’AVO (volontarie ospedaliere) e ho detto che non parlavo io, ma Carla. Nessuno fra loro si chiamava Carla, ma quando hanno udito la voce dall’altoparlante, hanno capito. C’era un silenzio assoluto e un’attenzione straordinaria, grazie Carla”. Quel giorno ebbe inizio l’amicizia con l’allora Don Angelo, adesso Arcivescovo e Vicario del Papa in Vaticano, poi…chissà !!! Mons. Comastri lo conobbi, poi, di persona a Roma nel 1995. Nel 2001 venne a casa mia, fu allora che disse, vedendo il mio archivio: “Tutto questo non deve morire“
L’ultimo giorno dell’anno 1986 conobbi Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG: “Servizio Missionario Giovani” di Torino attraverso una trasmissione televisiva alla quale era stato chiamato per parlare della sua attività con i giovani e le persone bisognose di aiuto. Dopo la trasmissione gli telefonai, ci conoscemmo così. E’ una conoscenza che si è trasformata in amicizia sincera e fruttifera per entrambi. Ricordo che quella mattina, dopo la mia telefonata, Ernesto mi disse: “Stanotte devo andare a finire l’anno, insieme ai giovani, al Santuario della Madonna d’Oropa, mi stavo preparando ma la mia mente era vuota, ora, la tua telefonata, mi ha dato l’ispirazione e vado sicuro”.
La posta
delle briciole1987-88 Fu indetto l’Anno Mariano. Su Famiglia Cristiana erano enumerate le varie iniziative programmate per celebrare tale evento nei vari Santuari. Non potendo partecipare fisicamente a nessuno, scrissi un trafiletto su quel periodico chiedendo ai lettori di spedirmi cartoline dei vari luoghi di culto mariano sparsi in Italia e all’Estero, dato che io non potevo recarmici. Mi arrivarono più di 6000 fra lettere e cartoline da tutto il mondo.
Risposi a tutti quelli che mi avevano messo l’indirizzo, lieta che, da quella occasione, si potesse iniziare un rapporto di amicizia. Così ebbe inizio lo scambio di posta che tuttora esiste e che si è moltiplicato a dismisura, creando amicizie che, diversamente, non sarebbero mai nate.
I video
Agosto 1987 Anno Mariano, Adriano, un amico dell’OFTAL mi prestò, mentre era in ferie, il suo videoregistratore perché potessi vedere il pellegrinaggio a Lourdes ripreso e montato da un Sacerdote. Io non sapevo nemmeno come fosse fatto un video registratore, lui mi insegnò a usarlo. Quando venne a riprenderlo gli dissi che quel montaggio l’avrei fatto molto più breve e conciso, perché mi ero stancata a guardarlo. Lui mi rispose: “Te l’ho fatto vedere per farti venire la voglia di fare tu dei montaggi come li pensi, perché ne saresti capace”. Ancora una volta l’indicazione mi veniva da un altro, per me era il segno del volere di Dio. Faccio notare che l’anno prima, due spagnoli incontrati a Lourdes sull’Esplanade, vedendomi registrare in audio, mi avvicinarono e mi dissero: “Lei deve fare video, è tutta un’altra cosa”. Chi li aveva mai visti prima? L’idea di Adriano mi entusiasmò.
In seguito, con la promessa di un giovane che mi avrebbe fatto le riprese, comprai una telecamera e un video registratore e cominciai il lavoro che, nella mia mente, già vedevo. La prima video la feci per ricordare l’anno Mariano 1987/88. Ancora oggi, rivedendo quelle immagini mi commuovo. Non fu un impegno da poco, come non lo è mai: scegliere, coordinare, commentare, trovare le musiche adatte… è sempre una fatica, ma anche un’immensa gioia.
A tutt’oggi 2006, ho montato 20 pellegrinaggi e sono tutti diversi, cambiano gli incontri sempre nuovi e imprevedibili, ambia lo spirito, c’è sempre una sorpresa , all’incontro con Dio non ci si fa l’abitudine.
I viaggi e i libretti
Nel 1987 Ettore, allora Presidente Unitalsi di Matera, dopo aver avuto il mio indirizzo dal giovane che faceva le riprese a Lourdes, volle avere una copia della mia prima video. Divenimmo amici attraverso il telefono, poi, due anni dopo, nel 1989, mi chiamò a Matera per fare una testimonianza durante la festa della “Madonna della Bruna” patrona di quella città, il 6 luglio. Ricordo che al telefono gli risposi: “Se credi ai miracoli, arrivo”, non avevo mai fatto un viaggio in aereo, inoltre in quel periodo stavo tanto male, poi non avevo mai parlato in pubblico; mi sembrava una cosa impossibile da realizzare. E invece venne il giorno della partenza…
Fu un viaggio avventuroso, tanto che a Fiumicino stetti male e mi portarono in una stanza dove mi misero a letto nell’attesa dell’imbarco sull’aereo per Bari. Nel libretto “Il mio viaggio a Matera” racconto tutta quell’esperienza straordinaria e bella. Gli amici di Matera mi avevano preparato una sorpresa: avevano trascritto in un libretto la mia audio- cassetta “Briciole di speranza”, perché – mi dissero – le cassette si ascoltano volentieri, ma il libretto è più divulgativo, si può leggere e portare ovunque senza bisogno di apparecchi. Ebbe così inizio la serie dei libretti, che gli amici, sempre più numerosi, mi chiedevano e mi chiedono.
Intanto, sia attraverso IL SEME che le trasmissioni a Radio Maria, (alla quale mi aveva proposto Mons. Comastri), sia con gli incontri e le amicizie nate a Lourdes, Loreto, le persone che mi scrivevano aumentavano ogni giorno.
Le offerte e il ccp.
Arrivavano intanto piccole offerte in denaro per coprire le spese postali, delle cassette-audio, delle video e dei libretti che gli amici ricevevano. Non avevo mai chiesto niente, l’avevano intuito loro stessi. Pensai che non era denaro per me, era Provvidenza di Dio che dovevo tener separata dalle mie spese e dai miei risparmi personali, non sapevo come fare. Fu Ernesto Olivero che mi suggerì e fece la pratica per aprire un conto corrente postale dove raccogliere e distribuire la Provvidenza che mi arrivava in abbondanza. Lo scrissi alle amiche e amici e le chiamammo “BRICIOLE”. Sono BRICIOLE preziose, perché frutto di preghiere e sacrifici di vite offerte per amore. E’ questa unione che rende “preziosa e unica” ogni briciola. A nulla serve la vita, se non c’è amore in tutto quello che si fa. E’ l’amore che ci salva, non i soldi o l’elemosina fatta senza amore e sacrificio. Quante amiche e amici mi scrivono: “io non posso dare niente, faccio fatica a tirare avanti…” (ma non è questo il fine delle briciole). A loro rispondo: “Tu dai tutto e anche il di più, perché dai la vita, insieme a Gesù, come Maria; è solo questo il fine delle briciole. Darsi, è più difficile che dare; la forza delle briciole è tutta nelle vite donate come la tua”.
Non avrei mai immaginato che da una piccola audio-cassetta, incisa in un periodo della mia vita in cui mi sembrava tutto perduto, sarebbe sorto un simile “GRANAIO” che viene continuamente riempito dagli amici più deboli, più sofferenti, più poveri, dalle famiglie più semplici e provate da grandi dolori. Di quanti eroismi sono testimoni solo le pareti di una stanza, sia essa in una casa, in un ospedale, in una casa di riposo, nella cella di un carcere, in un campo profughi… E’ proprio vera la parola della scritture: “La pietra scartata da voi costruttori è diventata testata d’angolo”.
Ora le “briciole”, oltre a coprire le spese di posta, stampa e altro, vanno in tutto il mondo per aiutare i missionari nelle loro opere sociali e caritative: Centrafrica, Perù, in Brasile per l’arsenale della pace di Ernesto Olivero che ospita bimbi di strada e, dal 1994, arrivano anche in India, Amazzonia, Guinea Bissau, attraverso Padre Piero Gheddo, missionario del PIME.
A cosa servirebbe la nostra amicizia se si limitasse a soddisfare solo il nostro bisogno di aiuto e conforto, senza pensare a chi non ha niente e nessuno che lo faccia sentire persona e persona importante? La “briciola” quando viene a conoscenza di una situazione difficile, di un malato solo, di un povero in difficoltà, di una persona in crisi per la perdita di persone care o a causa di disgrazie improvvisamente piombategli addosso, di un amico depresso e scoraggiato, perché ha sbagliato ed è allontanato da tutti…non dice: non so cosa dire, non so cosa portare, non so come comportarmi… non lascia sole queste persone, non le giudica mai. Porta invece la sua presenza, la sua solidarietà, senza parlare, ma stando ad ascoltare cercando di capire, facendo sentire che c’è, che è fedele; la briciola porta l’amore e il perdono che Dio offre ad ogni anima; perché sa che un quella persona c’è Dio che la cerca e che aspetta il suo aiuto. Non lascia solo quel “Gesù” sfigurato, triste, deluso, perché sa che Gesù si è addossato tutti i peccati e le debolezze del mondo e ha pagato per ognuno di noi.
2004 in ottobre, a Loreto Mons. Comastri
Ha desiderato riunire a Montorso un gruppetto di briciole, già attive e disponibili per raccomandare caldamente che l’opera iniziata deve continuare, deve mettere le basi per proseguire nel tempo, in quanto è un’opera fonte di bene spirituale, di evangelizzazione e di speranza per tutti quelli che si sentono interpellati a farsi cibo per le anime.”Se non cominciate subito, non comincerete mai” concluse Mons. Comastri, lasciando ad ogni presente la responsabilità di una risposta. Ci furono subito volontari che si misero a disposizione, alzando la mano. Nel successivo mese di novembre, ebbe luogo a Genova il primo incontro con alcuni amici che avevano raccolto l’invito di Mons. Comastri. Vennero Carlotta da Parma, Lalla da Loreto e Giulia da Verona, in seguito venne anche Sandro da Bologna, perché, per difficoltà familiari, Lalla e Giulia non poterono continuare ma ci seguono col loro appoggio e Lalla contribuisce sempre con generosità nella sistemazione dei partecipanti agli incontri di Loreto, facendo anche da guida.
Primo incontro delle briciole
a Loreto luglio 2005
Lì abbiamo messo le basi della nostra Associazione, aperta a tutti laici e religiosi, parroci e fedeli, cristiani e non cristiani, bianchi, neri, gialli. A quel primo incontro eravamo una sessantina venuti da tutta Italia, e ci siamo promessi di ripeterlo ogni anno per rinnovare i nostri propositi e perché, sempre più tanti si facciano briciole del pane divino, in modo che chi ci incontra si accorga che in noi abita il Signore della tenerezza e della misericordia. Ogni briciola è importante e necessaria e lo è nella misura in cui è capace di rendere importanti gli altri, altrimenti quella che crediamo importanza, è solo una maschera.
Come avrete notato, il dipanarsi della vita delle briciole è stato un susseguirsi di “sì” detti a persone come me, che lottano, faticano, amano. Spesso mi è venuto da chiedere a Dio, quando peggioravo e mi sentivo venir meno la vita: “Ma cosa mi stai preparando di bello e sorprendente in questa situazione?”… e all’improvviso, quando meno ci pensavo, arrivava la sorpresa di una chiamata al telefono: “Vieni a Matera….a Lagonegro, Andria, Alberobello, Monopoli, Falconara, Roma, Loreto, Porto S.Stefano, Jesi…o arrivava una lettera con altro invito. Cominciavano i viaggi. Tutto per me, aveva del miracoloso, lo dicevano anche i miei vicini di casa e il mio stesso medico curante. Ogni volta che dovevo partire mi veniva a fare una flebo poi mi diceva: “Coraggio, vada, è una vittoria in più”. Una volta fui chiamata a Lagonegro per la ricorrenza dell’11 febbraio, giornata del malato. Ero a letto, stavo tanto male, ma risposi ugualmente di sì, sperando di migliorare. Due giorni prima di partire stavo ancora a letto e non avevo il coraggio di telefonare per dire che non potevo andare, quando all’improvviso squillò il telefono, era una chiamata da Lagonegro: “Carla abbiamo rimandato a maggio l’incontro, fa troppo freddo e non tutti gli ammalati possono partecipare”. Ricordo che piansi di gioia e commozione. Non era Dio che era intervenuto per aiutarmi? Infiniti sono i modi con cui Dio ci indica la strada da percorrere e la indica attraverso persone in carne ed ossa come noi, come te, come me… Non ci manda gli angeli del cielo, ma esseri umani, con tanti difetti come noi. Vogliamo cominciare a credere davvero che Dio ci parla attraverso le sue creature??