Natale 2009
Io sono la luce del mondo
chi mi segue non resta nelle tenebre
SIGNORE,
Tu sei la luce, illumina la mia strada,
Tu sei la fiamma, scalda il mio cuore,
Tu sei l’orecchio, ascolta la mia voce
Tu sei l’Amore, resta sempre con me.
Carissima briciola……………Pane del Signore,
ho messo i puntini perché tu possa mettere il tuo nome, perché questa lettera è indirizzata a te, proprio a te che la stai leggendo.
Volevo scriverla a Lourdes, ma non ci sono riuscita, nonostante il desiderio che avevo, ho scritto soltanto la frase che trovi qui sotto, me l’ha detta, “Luciano” quando l’ho incontrato all’uscita dalla Basilica di S. PIO X.
“Carla io sono una persona fortunata perché sento che Dio mi ama”.
Per chi non lo conosce Luciano è in carrozzella da una vita, ha più di 50 anni. Ora, per l’aggravamento della malattia, non ha più nemmeno la forza di premere il pulsante per guidare la carrozzina elettrica, il suo corpo è rannicchiato su se stesso e, a Lourdes, spunta solo la testa dalla coperta impermeabile che lo ricopre tutto. Ma sono una persona fortunata mi ha detto e anche scritto. Da Lourdes mi sono portata a casa questa affermazione come dono da scoprire da vivere e da trasmettere.
La frase di Luciano è stata una luce per me, la luce di Lourdes, per questo ho messo la foto del cero che, insieme alle briciole incontrate a Lourdes, abbiamo acceso a nome di tutte.
Che la nostra vita sia una luce che illumina e riscalda, ma per essere luce e amore occorre decisamente “consumarsi”.
Allora anch’io sono una persona fortunata, fortunata perché Dio mi ha voluta così come sono, perché mi ha messo su una strada alla quale non avevo mai pensato e me l’ha fatta scoprire in un modo quasi traumatico, mi ci ha gettata come si getta l’ancora di salvezza a una barca che sta per affondare, come si getta il salvagente a una persona che sta per annegare, come si accende una luce quando ci si perde nel buio della notte in mezzo a una foresta, e mi ha circondata di amici come tu che leggi, come Luciano, Luisa, Antonio, Felice, Ornella, Ettore, Carlotta, Sandro, Alido, Enrico, Carmela… e dovrei scrivere più di 2500 nomi, tutte briciole, che hanno promesso di fare della loro vita un dono, un’ancora, un salvagente, una luce, una mano sempre aperta per aiutare, abbracciare, accarezzare, un orecchio sempre attento, in qualunque momento, ad ascoltare, una voce che risponde sempre, una costante presenza sulla quale ognuno può contare… perché è la presenza di DIO fra noi.
Rispondere, rispondere, rispondere sempre, a ognuno, è Dio che ci chiama e ci ascolta, così e solo così si semina. Anche quando ci è scomodo, soprattutto quando è scomodo. E siamo così, nella Chiesa, il “granello di senape”, nella semplicità e con umiltà.
Questa ripeto è la nostra prerogativa, il nostro distintivo, il nostro farci “briciola”:
il contatto personale a tu per tu, (non nel gruppo nel quale molti possono sentirsi isolati, come ho sempre detto), il contatto attraverso la posta qualunque essa sia cartacea o elettronica, il telefono, le visite, qualche incontro nel proprio ambiente per cementare l’amicizia, per pregare insieme, per studiare come raggiungere gli amici impossibilitati a muoversi, perché la malattia o la lontananza glielo impediscono… tutto questo a completamento dei quattro contatti ufficiali:
1. la lettera di Natale,
2. il libretto annuale,
3. l’incontro a Loreto per chi può.
4. la preghiera di mezzogiorno, ogni giorno
Molti mi scrivono che devo vivere ancora a lungo… che sono necessaria, che le briciole non devono morire… A ognuna rispondo che se, anche tu che leggi, ti fai dono per gli altri come ho scritto sopra, le “briciole” vivranno sempre, sta a ciascuna di noi fare la sua piccola parte, perché se manca la tua “briciola”, il pane non è intero. Continuare su questa strada vuol dire, seguire Gesù, non la Carla, che oggi c’è e domani non c’è più, seguirlo come l’hanno seguito i discepoli ai quali ha detto: Io sarò sempre con voi, non temete. E dove c’è Dio c’è vita, perché Lui è la vita, Lui è il vero dono. Nel dono sta la gioia della vita e il primo a godere di questo gioia sarà proprio chi dà di più, perché ci fa ricchi e felici non il possesso ma il dono.
Per quale scopo esisterebbe la candela se rimanesse spenta?
Vive – quando si consuma; illumina – quando si scioglie. Così la mia, la tua vita.
mi consumo quando perdono…
mi consumo quando senza essere richiesto, offro il mio aiuto e il mio tempo…
mi consumo quando ricambio con una gentilezza uno sgarbo…
mi consumo quando dico di sì agli altri rinunciando a un mio progetto…
mi consumo quando invece di impermalirmi, dono il mio sorriso…
mi consumo quando a chi non mi vuol bene, dico nel mio cuore: ti amo…
mi consumo quando accetto le correzioni con umiltà…
mi consumo ogni volta che invece di comandare, mi metto il grembiule e m’inginocchio per servire
mi consumo ogni volta che nel silenzio, accetto e offro la mia vita così come è, nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore, nell’umiliazione e nella gloria, nella giovinezza e nella vecchiaia. Così la mia vita diventa lievito, diventa pane, diventa vita e gioia per me e per gli altri. Leggi ora ciò che mi hanno scritto alcune briciole, sono brevi frasi che ricordo a caso, ma ne avrei centinaia e centinaia, vorrei farle conoscere tutte e a tutti, perché sono la conferma del pensiero di Luciano.
1. Non è mai troppo quel che Dio manda… (figlio alcolizzato, intrattabile)… Nunzia
2. A Loreto mi è rimasto nella mente il pensiero di Don Edelwaiss che quando salutiamo una persona bisogna baciare per primo i piedi e poi la faccia… ho pensato che al primo posto devo mettere quello che non mi piace… Dina
3. La mia vita è ricca di gioie e la più grande si chiama SCLEROSI MULTIPLA… Lina
4. Chi ha dato del suo agli altri, ha visto che nel cesto del suo cuore si è moltiplicato il pane e sempre ne rimane il resto. Lino-lebbroso.
5. Io mi trovo bene solo nei panni di serva “dimenticata”. Non voglio riconoscimenti. Dono e basta. Giuseppina
HO DETTO SI’
Ecco perché sono una persona fortunata, gli ho detto sì. Dio sa cosa è bene per me e gli ho risposto sì. Come sono nate le briciole? Da una risposta a una lettera, poi da una seconda risposta, una terza, una centesima, una millesima… da un incontro al quale non ero preparata, ma ho detto sì, poi da un altro incontro, un altro ancora… così, senza volerlo e saperlo il Pane è lievitato, è cresciuto, perché il disegno di Dio era quello.
“Non ho tempo, non posso, non ce la faccio, non sono capace, ho da fare… un’altra volta…” sono tutte risposte che mettono una sbarra al progetto di Dio su ognuna di noi. Le più sincere e strabilianti risposte mi vengono quasi sempre dalle persone più semplici, dalle più provate, da quelle che mi scrivono “non so scrivere, ho poca istruzione… ho frequentato la terza, la prima, la quinta elementare…”.
Luciano – Lourdes 2009
Neanche i laureati sanno scrivere parole così penetranti sono davvero dei fulmini che rompono ogni buio anche il più “nero”. Per amare non occorre istruzione, ci vuole il cuore. Una mamma, anche la più analfabeta, sa allattare i suoi figli, anche senza andare a scuola. La briciole vivranno se ognuna di noi diventa un sì, diventa una piccola luce. Ho detto a tutti quelli che intendono aiutarmi e proseguire il cammino, – anche tu mi aiuti, anche senza saperlo – che la mia eredità sono quei quintali di carta che troveranno nella mia casa, le video, le audio-cassette, i DVD che sono sugli scaffali, nei cassetti, nelle scatole, ovunque… È il tesoro accumulato nel tempo con la collaborazione di tutti. Tutte quelle parole scritte con mano ferma o tremante, con speranza o disperazione, alcune parole sono anche macchiate da una lacrima, sono il granaio delle briciole del pane del Signore e tutte hanno il sigillo della Parola di Dio AMORE.
Sono pane da donare, da non tenere per sé, perché Dio ci ha fatti per essere dono. E così continueranno i libretti, e a Natale ogni briciola avrà la sua lettera, il suo invito per partecipare fisicamente o spiritualmente all’incontro di Loreto, ogni giorno a mezzogiorno, pregheremo insieme l’una per l’altra per camminare insieme verso Dio nostro Padre. Non c’è da spaventarsi, Lui non chiede mai l’impossibile… è un Padre che ci ama.
Per questo diciamo che siamo persone fortunate, Lui ci ha fatto conoscere il suo AMORE.
Esprimiamolo sempre, ma proprio sempre con il sorriso.
Buon Natale! Carla briciola sbriciolata
Via Lagustena 146-14- 16131 GENOVA – tel 010.3778145
NOVITA’
Chi desidera, può chiedere al mio indirizzo il DVD Incontro Loreto 2009 – DVD del pellegrinaggio Nazionale a Lourdes 2009.
CD “Tienimi nel tuo grembo Maria”- Musica di Alido Brufani, su testi di preghiere del Card. Comastri e di Carla Zichetti
SONO UNA PERSONA FORTUNATA PERCHÉ IL MIO DIO SI LASCIA TOCCARE
Carissime Briciole, Leggendo la bellissima testimonianza di Carla, mi sono domandato se nel vangelo tra le tante persone che stavano vicino a Gesù ci fosse qualcuno che potesse dire: sono proprio fortunato.
E mi è venuta in mente quella donna di cui non conosciamo il nome (così che riassume tutte le donne del mondo) che tenta di nascosto di toccare il lembo del mantello di Gesù per essere guarita. Si vergogna e non osa fare un gesto pubblico. Si avvicina furtiva, carica della fede che le viene dal bisogno, con gli occhi gonfi di attesa e di fiducia, con un carico di speranza che in lei si possa fermare quell’emorragia di vita che le toglie le forze ma non il coraggio di osare. “Chi mi ha toccato?” Chiede Gesù. Molti lo toccano ma pochi lo toccano davvero. Pochi arrivano a toccare il Suo cuore.Ecco la fortuna di questa donna: ha potuto toccare il cuore di Dio attraverso il Corpo di Cristo.
Quanto sono fortunato anch’io che posso toccare il Corpo di Cristo nell’Eucaristia!
Sono fortunato perché lo posso toccare nella carne contorta dei miei amici malati.
Sono fortunato perché posso toccare il lembo del Suo mantello ascoltando la storia fioca e debole di chi è aggredito dalla solitudine, dalla disperazione, dal non senso. Di coloro a cui “manca il sangue” della forza interiore.
Sono fortunato perché Lo posso toccare in tante storie che mi vengono deposte in grembo. Sì, la fortuna è poter toccare il Corpo di Cristo amando. Per questo Dio si è fatto uomo: perché lo potessimo toccare. E toccando il Suo Corpo nella vita dei fratelli, mi sento risanato dentro.
Ci auguriamo a vicenda che anche questo Natale, di fronte al mistero del nostro Dio che si è fatto bambino e che si lascia toccare, ci trovi coraggiosi nel cercarlo tra la folla e di non vergognarci di toccare la sua carne nella carne dell’uomo e nel suo Corpo e che è l’Eucaristia. Vi abbraccio e vi auguro un Santo Natale.
Padre Alfredo omi
AUGURO LA SPLENDIDA GIOIA – DI SAPERVI AMATI DA DIO
Finchè ci sono persone che nell’umiltà, nel nascondimento continuano ad offrire la vita nelle piccole cose di tutti i giorni, il desiderio di Gesù di infiammare il mondo con l’amore, sarà sempre realizzabile, e ciò che Egli ha cominciato, sarà portato un giorno a termine da anime come le vostre. Gesù ha salvato il mondo con la sua umiliazione, iniziata proprio con la sua venuta fra noi, Lui che era Dio, e non si è tirato indietro quando si è trattato di annientarsi diventando uno di noi, servo e povero. Le “briciole” ripresentano con la loro piccolezza sofferente, la sua missione di salvatore, “completando nella loro carne ciò che manca alle sofferenze di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Cfr. Col. 1,24) . Quello di noi “briciole” è un compito sotterraneo, non appariscente, ma efficace come l’acqua delle falde che sta in profondità ma alimenta le sorgenti e i pozzi e porta così la vita. Il nostro “vanto” è quello di non vantarci di niente, ma ti mettere il nostro impegno nel somigliare a Gesù, particolarmente nel suo Natale: piccolo, misero, nascosto, ignorato dal mondo, rivelato solo ad un drappello di poveri, i pastori, ma sempre Salvatore del mondo. Vi auguro di cuore la splendida gioia di sapervi amati dal Signore e di essere ovunque e sempre i seminatori sorridenti di questa gioia. Egli sia con voi e vi benedica. Io vi abbraccio tutti.
Buon Natale! Don Edelwaiss
ARRIVEDERCI a LORETO 2010
LETTERE DALLE MISSIONI
CENTRAFRICA –
Carissima, grazie per esserci incontrati in casa tua, i soldi che mi hai dato a nome delle briciole, hanno contribuito per la riparazione delle nostre pompe della savana, tutti gli anni c’è bisogno di manutenzione e qui i pezzi e i soldi non si trovano. Il Signore vi benedica e sia sempre nel vostro cuore. Auguri di pace e di amicizia. Un saluto da tutte le famiglie che beneficiano del tuo, del vostro aiuto Padre Valentino dal Centrafrica
Dall’INDIA. –
Con gratitudine da tutti noi del “Vimala” (India) un immenso grazie per tutto ciò che fate e che continuate a fare per noi. Grazie Carla carissima, grazie di tutto quel che fai per noi. Grazie e auguri di ogni bene Suor Bertilla e consorelle.
Cara Carla, da più di di 40 anni sono una missionario del PIME in Bangladesh. Ho 77 anni. Padre Piero Gheddo in uno dei suoi giri mi ha lasciato una ragguardevole somma che, mi ha detto, proveniva da lei e dalle “briciole”. Grazie di cuore, pensi che quell’aiuto mi permette di mandare a scuola una ragazza per tutto l’anno scolastico, e qui in questo poverissimo paese pochi giovani possono permettersi di andare a scuola almeno fino alle medie.
Auguro a lei e a tutti i suoi amici una buona e santa Pasqua 2009. Fr. Ettore Casarini PIME
THAILAND –
Un grazie di cuore a chi ci è stato vicino anche quest’anno, come voi care briciole. BUON NATALE dai bambini, i ragazzi, i collaboratori e da me…amichevolmente
Marco Monti
DINAJPUR BANGLADESH –
La ricordo al Signore per l’aiuto ricevuto a nome delle briciole – da Padre Gheddo. Mi serve per la costruzione di un grande stanzone coperto con lamiere ondulate, come si usa qui, per dare ai bambini delle elementari e secondarie un posto adatto allo studio. Attualmente si siedono in terra all’ingresso della chiesetta del villaggio, quando piove, entrano in Chiesa, piccolissima fatta nel 1929. Alle donne che si occupano dei bambini bisogna dare un piccolo contributo, poi bisogna provvedere ai libri, quaderni, materiale scolastico in genere. L’assistenza è per tutti cristiani, mussulmani e indù del vicinato. E’ un piccolo servizio sociale per la crescita di questi piccoli. La nostra vita è così. E’ inutile fare programmi, per noi li fa il Signore. Ringrazio lei e i suoi amici per la sensibilità per i più poveri e incapaci di sollevarsi da soli. La Provvidenza ci ha fatti incontrare.
Pace e bene nel Signore Padre Giuseppe Gariboldi
AL SERMIG di Ernesto Olivero ho scritto questo biglietto inviando l’offerta delle briciole:
A chi affidare i sacrifici delle briciole, caro Ernesto e amici del Sermig, se non a voi che non sprecate niente e tutto ciò che vi arriva lo trasformate in vita per chi fa fatica a vivere, in lavoro, in istruzione, in ospitalità, in cure per chi ne è privo, in figli da far nascere, in redenzione per gli ex carcerati e siete presenti nei luoghi di guerra e di povertà estrema, di calamità naturali, senza clamore, nel servizio silenzioso e umile? Ecco, la nostra piccola parte, insieme a quella ancora più preziosa che è la nostra piccola vita offerta per amore, specialmente la vita di quelle fra noi, che soffrono di più Carla.
Ernesto mi ha risposto: TI VOGLIO BENE
Il comandamento di Gesù: “ amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi…” non dobbiamo viverlo soltanto nelle situazioni straordinarie. C’è anche una vita quotidiana, una vita fatta di piccoli gesti, una vita fatta di piccole espressioni del comandamento dell’amore – è la vocazione delle “briciole”.
Portare la carità in una telefonata, portare la carità in un biglietto, portare la carità in una cartolina, portare la carità in un sorriso,
portare la carità in una visita ad una persona che ha bisogno soltanto di qualcuno che la vada a trovare e a dirle: TI VOGLIO BENE.
Voi avete questo impegno, avete questa missione, questa vocazione. La vocazione di portare il comandamento della carità nella trama quotidiana della vita.
E’ LA VOSTRA MISSIONE. Dio vi accompagni, la Madonna vi protegga.
Auguri con tutto il cuore a ciascuna di voi.
Roma – Natale 2009
Cardinale Angelo Comastri
LA VITA SERVE SOLO SE E’ DONO
Ci sono quelli
che danno poco del molto che hanno
e lo danno per ottenere riconoscenza,
ma questo segreto desiderio guasta i loro doni.
Ci sono quelli
che hanno poco e danno molto,
sono proprio quelli che credono nella vita
e nella generosità della vita
e il loro scrigno non è mai vuoto.
Ci sono quelli
che danno con gioia e questa gioia
è la loro ricompensa.
Ci sono quelli
che danno con dolore e questo dolore
è il loro battesimo.
È bene dare
quando si è richiesti, ma è meglio dare quando,
pur non essendo richiesti,
si comprendono i bisogni degli altri.
Tutto ciò che hai un giorno o l’altro sarà dato via,
perciò dai adesso
così che la stagione del dare sia la tua,
non quella degli altri
G.Kabill Gibran.
PER chi DESIDERA PARTECIPARE all’INCONTRO di LORETO 2010 aperto a tutti il 9 – 10 – 11 luglio, questo è il programma
VENERDÌ 9 LUGLIO
17 – incontro in Piazza della Madonna processionalmente cantando litanie entrata in Santuario – adorazione con Padre Alfredo – poi passaggio in Santa Casa – confessioni
21,15 – in sala Paolo VI – Pensiero della buona notte Don Edelwaiss
SABATO 10 LUGLIO MATTINO
9 – Santa Messa in sala Pomarancio, celebrata da Don Edelwaiss e sacerdoti presenti – subito dopo FOTO RICORDO sulla gradinata della Basilica
11 – In sala Paolo VI° video di benvenuto del Cardinale Comastri
pomeriggio
16 – TESTIMONIANZE a voce e in video
18,30 – VIA CRUCIS
21,30 – processione S.ROSARIO e benedizione guidata da Padre Alfredo
DOMENICA 11 LUGLIO
9 – Santa Messa in Santuario concelebrata da Padre Alfredo e Sacerdoti partecipanti all’incontro
11 In sala Paolo VI° – conclusione – proposte e data da fissare per il 2010
Angelus. Dopo il pranzo cominciano le partenze
LORETO 3,4,5 LUGLIO 2009
OGNUNO SI PRENOTA PER CONTO PROPRIO O COL PROPRIO GRUPPO
“IL GIARDINETTO” tel. 071.977135 Corso Boccalini n. 10 – info@holtelgiardinetto.it“
LA “CASA DEL CLERO” Via Asdrubali – tel 071.970298
“AL GIRARROSTO” tel. 071.970173 – Via Solari hotelcentrale@algirarrosto.it (vicino a “Il Giardinetto”)
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