1976 – LOURDES… un pezzetto di Gesù
La briciola di questo mese ve l’offro traendola dalla registrazione poi trascritta, che ho fatto nel 1976 e che a me pare attuale come è sempre attuale il Vangelo. Vogliamo provare a realizzarla?
Durante questa Messa, vogliamo chiedere al Signore, amici cari, che da questo pellegrinaggio, ci dia la convinzione che noi contiamo qualche cosa? Fate caso, per la malattia o per i problemi, per la fatica o per la cattiveria della gente, tanto spesso noi ci sentiamo dei falliti e alla fine diciamo: BASTA – come il profeta Elia, e siamo stanchi.
Questa mattina, chiediamo al Signore, che è diventato carne mia e sangue mio, che ci dia la forza e la speranza di contare qualche cosa. Ma non di contare qualche cosa, perché abbiamo delle gambe e delle braccia buone, perché c’è qualcuno fra noi che non riesce a comandare le sue braccia e le sue gambe, c’è qualcuno che vorrebbe vedere e non vede, c’è qualcuno che sogna i tempi in cui aveva la salute e qualcun’altro invece, che non ha mai saputo che cosa essa sia… eppure conta qualcosa, perché conta qualcosa per il Signore e conta perché può amare. Questa sicurezza ce la dà Lui, ma noi non l’abbiamo questa sicurezza, eppure di Comunioni ne abbiamo fatte tante.
Vogliamo chiedergli che ci aggiusti un po’ le idee in testa? Vogliamo chiedergli che ci dia la vera speranza e che ci dia un giudizio delle cose, che ci aiuti a pensare con la sua testa, che ci aiuti ad amare col suo cuore? Il nostro cuore chi lo tiene? Chi riesce a tenerlo? Noi vorremmo tanto amare e invece non ci riusciamo.
“O Signore dammi il tuo cuore, o meglio, fa’ che il mio cuore di carne, che è il tuo, sia un cuore giusto, che la mia testa sia una testa giusta e che la mia vita sia una vita giusta.
Non è poesia questa, è la mia vita, vorrei riscoprirla, aiutami a riscoprirla in questo momento della tua Messa e della nostra Messa”.
Vogliamo mettere lo sforzo oggi, in quello che facciamo, in quello che tocchiamo, in quello che diciamo, lo sforzo di pensare che tutto questo ha un significato speciale, perché noi siamo Gesù? Proviamo un po’ a pensarci.
Credo che S. Bernadette sia stata proprio un po’ come un ostia, una eucaristia. Quanta gente qui si incontra, perché lei ha accettato di diventare un pezzetto di Gesù!
A un centinaio di anni di distanza dalla sua partenza da Lourdes, partiva da questa piazza un grosso cero acceso – e questo grosso cero acceso, faceva lo stesso viaggio, la stessa strada che aveva fatto Bernardetta quando se ne era andata da Lourdes per entrare in convento. Così, per ricordare quell’anniversario, oggi abbiamo rifatto la stessa strada con questo cero; noi non sappiamo se torneremo qui o no, però una cosa sappiamo: che se vogliamo chiedere una mano a questa nostra sorellina che è entrata in Paradiso, è perché il cero che abbiamo acceso non si spenga e perché, come lei è stata eucaristia, anche noi nella nostra piccola parte, siamo un po’ qualcuno del quale si possa dire:
là, c’è un po’ di luce,
là, c’è un po’ di eucaristia,
là, c’è un po’ di Gesù,
là, c’è un po’ di Paradiso.
Gli altri si dovrebbero accorgere che sono un pezzetto di Cristo, perché lo spirito di Gesù è dentro di me e mi spinge perché mi cambi il vestito ogni giorno e sia un uomo nuovo. Allora diranno: “Qui c’è il Signore” e lo riconosceranno ripetendo “Ho scoperto Dio e l’ho trovato sulla terra in quello lì, in quella lì”. Questo è il mio augurio, portatevi a casa questa Madonna, questo Signore suo Figlio e gridate con la vostra vita, il loro amore. (Don Piero Tubino alla Grotta 18 giugno 1976)
Che il Sacro Cuore, che onoriamo in questo mese, ci aiuti a diventare l’espressione del suo amore misericordioso e accogliente. Che il nostro cuore diventi il suo cuore.
Sempre vostra Carla Z.
P.S. Se qualcuno ha un’esperienza o una testimonianza positiva da raccontare ce la faccia conoscere. La lucerna perché possa illuminare occorre metterla in alto perché tutti ne godano lo splendore, anche questa è carità, amore vero.
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